In California chiude l’ultima centrale nucleare ancora in funzione di tutto lo Stato, la Diablo Canyon e chiude per lasciare il posto alle rinnovabili.

diablo canyon

Ci vorranno altri dieci anni per dismettere definitivamente l’impianto, che chiuderà, quindi, solo nel 2015, ma la decisione è stata presa e comunicata direttamente dalla Pacific Gas & Electric Co (PG&E), utility che ha in gestione la centrale che, di concerto con le associazioni ambientaliste locali e le sigle sindacali, ha deciso di incrementare gli investimenti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica a scapito della centrale che sorge sulla scogliera a nord di Los Angeles.
Questo perché il panorama energetico della California sta cambiando drasticamente in favore dell’efficienza energetica, delle rinnovabili e dello stoccaggio energetico, oggi al centro della politica energetica nazionale. Lo stato americano, infatti, ha dato negli ultimi anni un indirizzo preciso alle politiche energetiche del Paese: 50 per cento di energia rinnovabile entro il 2030, raddoppio degli obiettivi di efficienza energetica e sviluppo dello stoccaggio dell’energia. Per quanto riguarda tutti gli Stati Uniti, ad oggi sono ancora operative 61 centrali nucleari, con 99 reattori, sparse in 30 Stati. Quella di Diablo Canyon sarà l’ultima in ordine di tempo, dopo la dismissione di un’altra centrale californiana, la San Onofre, spenta invece nel 2013.

[dropcap]D[/dropcap]unque, la Diablo Canyon impiegherà i prossimi anni a sostituire l’energia prodotta dalla centrale con altre fonti a zero emissioni di gas serra. Entro il 2 novembre 2024, sarà spento il primo reattore, mentre il secondo cesserà di funzionare definitivamente entro il 26 Agosto 2025. Nessuna preoccupazione per i posti di lavoro che non andranno persi, ma riconvertiti o indennizzati grazie ad accordi già presi con i sindacati e i lavoratori stessi: molti dipendenti della centrale saranno accompagnati durante tutto il percorso di dismissione tramite corsi di riqualificazione professionale, altri saranno riposizionati all’interno della società, mentre altri ancora avranno un’indennità lavorativa a causa della fine del rapporto di lavoro. Storicamente, i costi, anche quelli del lavoro oltre che della riconversione e della produzione e vendita, sono stati considerati gli ostacoli principali per il passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili, ma la storia sta cambiando e la chiusura di Diablo Canyon è stata decisa in un periodo storico in cui i prezzi delle rinnovabili stanno drasticamente crollando, ipotizzando proprio nel 2025 il loro dimezzamento. Secondo le stime dell’ultimo rapporto di Irena (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili) “The Power to Change: Solar and Wind Cost Reduction Potential to 2025”, il costo medio del fotovoltaico, ad esempio, potrebbe scendere del 59 per cento entro tale data. In Cina e Germania i costi minori. In Europa possibile già oggi tagliare il 20 per cento. L’opportunità economica, soprattutto per il settore del fotovoltaico, viene da un secondo rapporto, redatto da Safe (Alleanza solare per l’Europa). Lo studio “The Price of Solar – Benchmarking Pv Module Manufacturing Cost”, realizzato da Ihs, conferma che l’energia solare potrebbe essere offerta a un prezzo inferiore, chiedendo allo stesso tempo la fine delle restrizioni commerciali nei confronti dei prodotti cinesi in modo da rendere competitivi i produttori europei. In Cina, infatti, i prezzi più competitivi, grazie all’investimento negli ultimi nella realizzazione di grandi poli produttivi (le cd. gigafactory), capaci di produrre a costi molto più bassi rispetto a mercati come quelli europei, giapponesi o statunitensi.