Scott Pruitt è stato nominato capo dell’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente statunitense (Environmental protection agency). Passano i giorni e si delinea sempre più la squadra del neo presidente eletto Donald Trump.
Edward Scott Pruitt, classe ’68, repubblicano. Negazionista dei cambiamenti climatici e fervente sostenitore delle fonti fossili. Per il New York Times “un eroe per gli attivisti conservatori”.
Il NYT continua l’identikit: “ fa parte di coloro, tra i repubblicani, che negli anni scorsi hanno stretto un’alleanza con i principali produttori di energia del paese, con l’obiettivo di respingere le politiche ambientali dell’amministrazione Obama”.
Quella di Pruitt è la terza nomina “di rottura” da parte di Trump. Per l’ambiente si tratta del secondo affondo dopo le parole di Bob Walker sul ruolo della NASA nel monitoraggio ambientale.
Pruitt e le lobby del petrolio
La vita politica dell’attuale ministro della Giustizia dell’Oklahoma è stata fin dagli inizi condizionata da amicizie influenti nel settore petrolifero.
La sua campagna elettorale del 2013 fu sostenuta da Harold Hamm, amministratore delegato della Continental Resources, una grossa compagnia petrolifera locale. In cambio, Pruitt aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per contrastare l’Epa.
Un impegno politico che ha fatto sì che Pruitt diventasse “ il braccio armato delle compagnie petrolifere”.
“Gli scienziati continuano ad essere in disaccordo sul grado e l’estensione del riscaldamento climatico – scriveva Pruitt qualche mese fa sul National Review – nonché sul suo possibile legame con le attività umane. Questo dibattito dovrebbe essere incoraggiato, dalle scuole fino al Congresso. Non possiamo tacere, e dissentire non è un crimine”.
Per il quotidiano francese Le Monde, “Non si può che Pruitt sia stato nominato al fine di eliminare l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, tenuto conto del fatto che lo stesso Trump ha di recente affermato che occorre sbarazzarsene”.
Preoccupazione ribaditata anche da Bernie Sanders: “In un momento in cui i cambiamenti climatici rappresentano una grande minaccia per l’intero pianeta, la nomina di Pruitt all’Epa è triste e pericolosa”.
Negli States, diciamolo: non tira un bella aria.