«Che procedano i negoziati con gli Stati Uniti per la creazione di una gigantesca area di libero scambio, ma senza mettere a rischio gli standard europei». Questo il parere dell’Europarlamento che ha approvato una risoluzione in cui lascia la porta aperta ai negoziati tra Bruxelles e Washington sul Trattato TTIP. Con una forzatura procedurale il Presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Shulz, dichiara decaduto l’emendamento 40, l’unico che avrebbe permesso di far esprimere l’aula sull’arbitrato internazionale (il cosiddetto ISDS, cioè lo strumento che consente agli investitori di citare in giudizio i governi presso corti arbitrali internazionali), su cui il gruppo socialdemocratico si era spaccato. Con un gioco di cavilli, l’Europarlamento evita lo scontro sull’ISDS salvando il testo originale e la tenuta dei socialdemocratici, che si sarebbero spaccati pesantemente su un argomento tanto problematico.
Tutti gli emendamenti della società civile vengono sacrificati all’altare del grande compromesso Popolare–Socialdemocratico, nella peggiore tradizione europea delle Grandi coalizioni, garantendo così una cornice flessibile e assolutamente non problematica né vincolante alla Commissione europea, che potrà continuare esattamente come prima a negoziare con gli Stati Uniti un accordo a favore di pochi. «Il Parlamento europeo ha perso una grande occasione per far valere le proprie prerogative – afferma Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – non sono stati presi in considerazione i quasi due milioni e mezzo di cittadini che chiedevano ascolto, né le centinaia di organizzazioni, da Slow Food ai Sindacati europei per arrivare alle ACLI che chiedevano un ripensamento».
«Una brutta pagina per le nostre istituzioni europee» aggiunge Elena Mazzoni, coordinatrice della Campagna Stop TTIP Italia, «la forzatura compiuta dal Presidente Schulz e avallata da socialdemocratici e popolari impedisce di trovare alternative a un compromesso al ribasso, insostenibile e assolutamente inaccettabile. Tuttavia i 241 voti contrari dimostrano come buona parte del Parlamento Europeo non abbia voluto rendersi complice di questo colpo di mano. Come Campagna continueremo, ora come non mai, a smascherare questo tentativo surrettizio di far passare come politica per il bene comune un trattato che parla ai soliti noti. Del resto, il senso della discussione che si è svolta ieri ha dimostrato che le posizioni di Stop TTIP Italia si basano su dati di realtà, e non su miti come ha voluto far credere il viceministro Carlo Calenda e la Commissione europea».