Gli alberi di Via Galvani, a Peschiera Borromeo, per il momento resistono. Dopo la manifestazione di ieri, lunedì 7 settembre data di presunto inizio del cantiere, gli alberi sono ancora lì e in silenzio ascoltano fiduciosi i cittadini che li difendono nonostante la pioggia e i divieti di assembramento.

La vicenda dei 240 pioppi cipressini

La sindaca di Peschiera, Caterina Molinari e la sua giunta (sorretta da due liste civiche) sostiene la scelta di abbattere gli alberi dopo la perizia dell’agronomo Marco Giorgetti incaricato dal comune che, dopo le analisi e le prove di trazione, ha stabilito che i pioppi di Via Galvani sono pericolosi e instabili. Il procedimento è stato avviato nel 2019 in seguito ad alcune cadute che avevano preoccupato non pochi residenti nella zona. La giunta ha poi “rimpallato” la responsabilità sulle amministrazioni precedenti, che avevano «deciso di dare vita a un filare alberato su un terreno inadeguato e inospitale, le cui radici sono state oltretutto coperte da cemento, causando l’attuale sofferenza e instabilità degli stessi alberi». Al loro posto, il progetto prevede una siepe di carpini alti 1,20m da un lato e la piantumazione di 163 piccoli frassini dall’altro, più indicati per il tipo di terreno su cui cresceranno.

Ma i cittadini non ci stanno. Chi abita nella frazione, chi ci lavora o chi percorre la strada per raggiungere il parco Idroscalo o il parco agricolo sud di Milano, è legato al viale da un affetto di lungo corso. Qualcuno, addirittura lo definisce il Viale di Bolgheri di Milano, e in effetti così appare.

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Le proteste sono iniziate lo scorso giugno e sono guidate da sei donne coraggiose. «Siamo partite come un gruppo di amiche appartenenti allo stesso gruppo di scrittura qui a Peschiera Borromeo – racconta Maria Bacchetti, una delle animatrici del gruppo – Non siamo del settore, ma quando abbiamo sentito che il Comune intendeva abbattere quei pioppi ci siamo subito attivate. Abbiamo partecipato a consigli comunali e incontri di ogni tipo. Ci siamo informate, abbiamo coinvolto cittadini ed esperti».
Le sei donne, seguite da numerosi cittadini, hanno lanciato petizioni, manifestato, scritto a giornali e televisioni, inviato un appello al Ministro dell’Ambiente e, nonostante il mese di agosto, sono riuscite a ritardare di un mese l’abbattimento, impugnando una legge che impedisce queste operazioni durante i periodi di nidificazione e ottiene ben due perizie alternative.

Perizie di tutto rispetto perché redatte da un agronomo che è considerato un luminare a livello internazionale (Daniele Zanzi) e da un anziano professore che si è occupato di pioppi per tutta la vita. “Nella mia esperienza di oltre quarant’anni di attività professionale – così inizia la relazione di firmata dall’agronomo Zanzi – raramente mi è capitato di ammirare un simile spettacolare insieme di piante. Penso che tale viale possa avere le carte in regola per essere iscritto al Registro degli alberi monumentali italiani, rispondendo in pieno al requisito di un insieme di alberi che vanno a costituire un unicum di notevole paesaggio artistico”.

Così, tra un ricorso e l’altro, i lavori slittano fino a settembre. L’abbattimento è fissato per il 7 settembre, ma come abbiamo visto i cittadini hanno iniziato a fare presidio per evitare l’abbattimento di questi 240 pioppi cipressini.

Gli esponenti politici

Il mondo politico di Peschiera, ma non solo, si schiera quasi compatto, contro l’abbattimento dei pioppi. «Per salvare i 240 alberi di Peschiera Borromeo intervenga il prefetto», commenta Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Milano del Pd: «Malgrado agronomi di fama mondiale abbiano documentato l’inutilità dell’abbattimento e la possibilità di mettere in sicurezza il viale con interventi praticabili, la sindaca ha deciso di tirare dritto. Siamo oltre il delirio; 240 alberi sono, in periodo di emergenza climatica, un bene inestimabile».
Per il centrodestra rimane fondamentale la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, «ma è altresì vero che finora non sono emerse criticità che non potrebbero essere risolte in maniera meno invasiva». Contro l’abbattimento anche il Movimento 5 Stelle, con l’eurodeputata Eleonora Evi.

Al momento il cantiere è stato rinviato di qualche giorno.