PRK: una scelta ecologica per la correzione della vista

La chirurgia refrattiva è diventata una soluzione sempre più diffusa per correggere difetti visivi come miopia, ipermetropia e astigmatismo. Tra le tecniche più utilizzate, la PRK (PhotoRefractive Keratectomy) si distingue non solo per la sua efficacia e sicurezza, ma anche per il suo minor impatto ambientale rispetto ad altre procedure, come la LASIK.

Molti non considerano l’aspetto ecologico degli interventi chirurgici, ma la PRK, grazie al minor uso di materiali e alla sua minore invasività, risulta essere una delle soluzioni più sostenibili per chi vuole eliminare occhiali e lenti a contatto.
In questo articolo esploreremo in dettaglio i benefici ambientali della PRK, confrontandola con altre tecniche e analizzando il suo ruolo nella riduzione dell’impatto ecologico nel settore della correzione visiva.

Cos’è la PRK e come funziona

La PRK è una delle tecniche di chirurgia refrattiva PRK più consolidate, utilizzata per correggere i difetti visivi senza la necessità di creare un flap corneale, come accade nella LASIK. Questo aspetto la rende meno invasiva e con minori complicazioni a lungo termine. Per comprendere meglio il funzionamento della PRK, è utile esplorare la sua storia, le differenze rispetto ad altre tecniche e il processo chirurgico vero e proprio.

Storia e sviluppo della PRK

La PRK è stata introdotta negli anni ’80 come la prima tecnica basata sull’uso del laser ad eccimeri per rimodellare la superficie corneale e correggere i difetti visivi. A differenza della LASIK, che è arrivata successivamente, la PRK non richiede la creazione di un flap corneale, rendendola particolarmente adatta per pazienti con cornee sottili o a rischio di traumi oculari.

Differenze tra PRK, LASIK e altre tecniche laser

A differenza della LASIK, che prevede il taglio di un sottile lembo della cornea per poi rimodellarne lo strato sottostante con il laser, la PRK rimuove completamente lo strato epiteliale superficiale. Questo riduce il rischio di complicazioni legate al flap e rende la procedura più sicura per alcuni pazienti.

Il processo della chirurgia PRK

La PRK avviene in tre fasi principali:

  1. Rimozione dell’epitelio corneale – Può essere effettuata manualmente o con l’uso di una soluzione alcolica che scioglie lo strato superficiale.
  2. Rimodellamento con laser ad eccimeri – Il laser scolpisce la cornea per correggere il difetto visivo in base alle necessità del paziente.
  3. Guarigione e ricrescita dell’epitelio – Il recupero avviene naturalmente nel giro di alcuni giorni, con l’aiuto di lenti a contatto terapeutiche e farmaci per il dolore.

Benefici della PRK per l’ambiente

La chirurgia PRK non è solo una soluzione efficace e sicura per correggere la vista, ma rappresenta anche una scelta più sostenibile rispetto ad altre tecniche laser. A differenza della LASIK, che prevede il taglio di un flap corneale con l’uso di strumenti chirurgici aggiuntivi, la PRK è una procedura più semplice e meno invasiva. Questo si traduce in un minore utilizzo di materiali medici, una riduzione della produzione di rifiuti chirurgici e un impatto ambientale più contenuto.

Inoltre, la PRK ha un ciclo di vita più sostenibile anche nel lungo termine. Riducendo la necessità di correzioni post-operatorie e minimizzando il rischio di complicazioni, evita il consumo eccessivo di risorse mediche nel tempo. Considerando l’aumento delle preoccupazioni ambientali a livello globale, scegliere una tecnica che comporta un minore spreco di materiali è un passo importante verso una medicina più ecologica e responsabile. Per approfondire l’importanza di una corretta cura degli occhi in relazione all’ambiente, leggi questo post.

Riduzione del consumo di materiali medici

Uno degli aspetti più rilevanti della PRK dal punto di vista ecologico è la sua capacità di ridurre l’uso di strumenti chirurgici monouso. Nella LASIK, ad esempio, è necessario impiegare dispositivi specifici per creare il flap corneale, come il microcheratomo o il laser a femtosecondi, che comportano un maggiore consumo di risorse. Inoltre, la gestione del flap richiede strumenti aggiuntivi per sollevarlo e riposizionarlo correttamente, aumentando ulteriormente il numero di materiali utilizzati.

La PRK, invece, elimina completamente questa fase, semplificando l’intervento e riducendo il numero di strumenti impiegati. Ciò significa meno materiali consumati per ogni operazione e, di conseguenza, un minore impatto ambientale. Per le cliniche che effettuano un alto numero di interventi, questa differenza può tradursi in una riduzione significativa dell’uso di plastica, metalli e altri materiali monouso, con effetti positivi sulla sostenibilità complessiva della chirurgia refrattiva.

Minor produzione di rifiuti chirurgici

Un altro grande vantaggio della PRK rispetto ad altre tecniche laser è la minore produzione di rifiuti biomedici. Ogni procedura chirurgica genera un certo quantitativo di rifiuti, che devono essere trattati e smaltiti in modo sicuro per evitare contaminazioni ambientali.

Gestione e smaltimento rifiuti ospedalieri

Nella LASIK, la necessità di strumenti aggiuntivi per il taglio e la gestione del flap corneale comporta un maggiore accumulo di rifiuti chirurgici, come lame monouso, soluzioni sterili, tamponi e confezioni di plastica. La PRK, essendo una tecnica più semplice e diretta, riduce drasticamente la quantità di materiali di scarto generati durante l’operazione.

Questo aspetto è particolarmente importante in un contesto sanitario sempre più attento alla riduzione degli sprechi e all’ottimizzazione delle risorse. Meno rifiuti significano meno energia e risorse necessarie per lo smaltimento, contribuendo a rendere la PRK una delle opzioni più sostenibili nel campo della chirurgia refrattiva.

Nessun impatto da flap corneale

Uno dei principali problemi della LASIK è la gestione del flap corneale. Sebbene questa tecnica sia efficace e diffusa, il flap può causare complicazioni nel tempo, come dislocazioni, secchezza oculare cronica e necessità di ritocchi chirurgici. Questi problemi non solo influiscono sulla salute del paziente, ma aumentano anche il consumo di risorse mediche, poiché i pazienti devono sottoporsi a visite di controllo più frequenti e, in alcuni casi, a ulteriori procedure correttive.

La PRK, eliminando completamente la creazione del flap, evita queste complicazioni e riduce il rischio di dover intervenire nuovamente sugli occhi del paziente. Questo porta a una riduzione del consumo di farmaci post-operatori, strumenti chirurgici e altre risorse mediche, contribuendo a un approccio più sostenibile alla correzione della vista.

In definitiva, la PRK si conferma non solo come una soluzione efficace per il paziente, ma anche come una scelta responsabile dal punto di vista ecologico. Riducendo il consumo di materiali, la produzione di rifiuti e la necessità di interventi successivi, questa tecnica rappresenta un’opzione più sostenibile rispetto alla LASIK e ad altre procedure di chirurgia refrattiva.

Impatto ambientale delle lenti a contatto e degli occhiali

Oltre ai benefici personali della chirurgia refrattiva, è fondamentale considerare l’impatto ambientale delle alternative più comuni per la correzione della vista: lenti a contatto e occhiali da vista. Entrambi questi strumenti, sebbene indispensabili per milioni di persone nel mondo, generano una grande quantità di rifiuti difficili da smaltire e contribuiscono all’inquinamento globale.

Le lenti a contatto monouso, in particolare, sono una delle principali fonti di microplastiche negli ecosistemi acquatici, mentre gli occhiali da vista, prodotti con materiali complessi e spesso non riciclabili, finiscono troppo spesso nelle discariche. La PRK, offrendo una soluzione permanente e priva di rifiuti, rappresenta un’alternativa ecologica con un impatto ambientale nettamente inferiore.

Inquinamento da plastica delle lenti a contatto

Le lenti a contatto sono un prodotto di uso quotidiano per milioni di persone, ma il loro impatto ambientale è spesso sottovalutato. La maggior parte delle lenti in commercio è realizzata con polimeri plastici, materiali sintetici che impiegano centinaia di anni per degradarsi completamente. Questo è particolarmente problematico considerando che:

  • Le lenti a contatto usa e getta sono tra le principali fonti di microplastiche: molte persone smaltiscono le lenti nel lavandino o nel WC, ignorando che queste finiscono nelle acque reflue e nei mari, spezzettandosi in microplastiche dannose per l’ecosistema marino.
  • Le confezioni in plastica e i blister generano ulteriori rifiuti: ogni paio di lenti è venduto in un contenitore di plastica e alluminio monouso, spesso non riciclabile, che viene smaltito quotidianamente.
  • I liquidi per la pulizia delle lenti contengono sostanze chimiche inquinanti: le soluzioni multiuso e i detergenti per le lenti contribuiscono a un ulteriore carico inquinante quando vengono eliminati nel lavandino.

Secondo studi recenti, milioni di tonnellate di rifiuti plastici derivanti dalle lenti a contatto finiscono ogni anno negli oceani e nelle discariche, contribuendo al degrado ambientale. Optare per una soluzione permanente come la PRK elimina completamente questa fonte di inquinamento.

Produzione e smaltimento degli occhiali

Anche se gli occhiali da vista sono generalmente considerati un’alternativa più sostenibile rispetto alle lenti a contatto, il loro impatto ambientale non è trascurabile. La loro produzione richiede una combinazione di materiali come plastica, metalli e vetro, spesso difficili da riciclare a causa della loro composizione mista. Alcuni aspetti critici dell’industria degli occhiali includono:

  • L’utilizzo di plastica e materiali sintetici: la maggior parte delle montature è realizzata in acetato di cellulosa o plastica derivata dal petrolio, materiali non biodegradabili che rimangono nell’ambiente per secoli.
  • L’estrazione di metalli e risorse naturali: molte montature contengono leghe di metallo o titanio, la cui estrazione ha un impatto significativo sull’ambiente. Anche la produzione di lenti oftalmiche comporta un dispendio energetico elevato.
  • La difficoltà di riciclo: a causa della combinazione di materiali diversi (viti metalliche, plastiche, lenti in policarbonato), gli occhiali non sono facilmente riciclabili e finiscono spesso nelle discariche.
  • L’alto tasso di sostituzione e spreco: ogni anno, milioni di occhiali vengono sostituiti a causa di cambi di prescrizione, rotture o semplicemente per motivi estetici. La maggior parte degli occhiali dismessi non viene riutilizzata, ma gettata via.

Alcuni programmi di riciclo per occhiali esistono, ma la loro diffusione è ancora limitata. In ogni caso, eliminare la necessità di occhiali attraverso una soluzione permanente come la PRK riduce drasticamente l’impatto ambientale legato a questi prodotti.

Dove fare la PRK?

L’intervento di chirurgia refrattiva PRK può essere effettuato presso cliniche oculistiche specializzate, centri di chirurgia laser e ospedali dotati di reparti di oftalmologia avanzata. È fondamentale scegliere una struttura con esperienza nel settore, attrezzature all’avanguardia e chirurghi specializzati in chirurgia refrattiva, in modo da garantire un risultato ottimale e ridurre al minimo i rischi post-operatori.

Molte cliniche offrono consulenze pre-operatorie per valutare l’idoneità del paziente alla PRK, eseguendo una serie di esami approfonditi come la topografia corneale, la pachimetria e l’aberrometria. Questi test servono a determinare se la cornea ha lo spessore e la conformazione adeguati per l’intervento. Inoltre, è importante verificare che la struttura scelta offra un adeguato supporto post-operatorio, con controlli periodici per monitorare la guarigione e il recupero visivo.

Una clinica che ti consigliamo è Vista Vision, puoi visitare il loro sito e scoprire la tecnica di chirurgia refrattiva PRK, dove troverai dettagli su procedure, benefici e indicazioni post-operatorie.

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