Le dichiarazioni di Aurelio Manzoni, Sustainability manager di Nuncas, che dichiara con forza che l’ecosostenibilità fa vendere più prodotti e aumenta l’equity
«Ai colleghi imprenditori che vivono la trasformazione green come un onere da sopportare, magari al minor costo possibile, dico vi sbagliate. L’ecosostenibilità fa vendere più prodotti e aumenta l’equity, ovvero il valore del marchio» così Aurelio Manzoni, Sustainability manager di Nuncas, marchio italiano di riferimento nel settore della cura della casa, a margine de “Il Verde e Blu Festival” in corso la scorsa settimana.Il recente rapporto “Sustainability Perceptions Index” realizzato da Brand Finance dimostra nei numeri quanto più la sostenibilità ambientale e sociale (ESG) è percepita dai consumatori tanto più la stessa si traduce in valore reale per il brand. E viceversa. Per Amazon, ad esempio, la ‘sostenibilità percepita’ da parte dei consumatori contribuisce, calcola lo studio, con ben sette punti percentuali (+7%) al valore del brand, che tradotto significa +19,9 miliardi di dollari. Per Tesla, altro esempio, il valore generato dalla sostenibilità è stimabile in +17,8 miliardi di dollari laddove la sensibilità all’ESG percepita nel marchio da parte dei consumatori pesa per il 27% nel comportamento d’acquisto.
Ancora, già nel 2019 il report “Sustainability matters, but does it sells?”, realizzato da McKinsey&Company calcolava come il 70% dei consumatori è disposto a scegliere un prodotto ecosostenibile al posto di uno a maggiore impatto ambientale, spendendo il 5% o il 10% in più».
Dato ancora confermato dalla ricerca Deloitte “The Conscious Consumer” (2021) in ambito alimentare – realizzata su 17.000 consumatori in 15 Paesi europei – secondo la quale “il 78% degli intervistati italiani affermava di essere disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, ma anche per generi alimentari locali (79%), biologici e fair trade (entrambi 76%).
«E molti altri esempi si potrebbero fare – commenta Aurelio Manzoni, che prosegue – da noi questo percorso di attenzione all’ambiente è stato avviato più di 20 anni fa, con investimenti adeguati e importanti. E questo approccio continua oggi convintamente tanto che – annuncia il Sustainability manager di Nuncas – entro il 2024 ci prefiggiamo di raggiungere una quota del 100% di plastica riciclata per la realizzazione dei nostri prodotti, di fatto quasi doppiando l’obiettivo UE e con un anticipo di ben 16 anni».
La proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi fissa, infatti, al 35% il contenuto di riciclato minimo a decorrere dal 2030 per arrivare al 65% nel 2040.
«Chi può faccia, e subito – continua Aurelio Manzoni – e, non solo il pianeta gli sarà grato, ma anche consumatori e società civile. E persino il budget sorriderà, perché se è vero che determinati cambiamenti in chiave green possono rappresentare extra-costi, così come quelli che sopportiamo noi nell’acquisto plastica riciclata da post consumo (PCR) semitrasparente e bianca, nel medio termine questi si trasformeranno in benefici, anche in termini di conto economico dell’azienda».