Ore 3:36, la scossa si è sentita forte in tutta l’Italia centrale, dal Lazio alle Marche all’Abruzzo all’Umbria, più lieve altrove, dalla Campania all’Emilia Romagna. L’epicentro nei pressi di Accumoli, in provincia di Rieti, con una scossa durata ben 142 secondi interminabili, Amatrice è completamente rasa al suolo: “Il paese non c’è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone” è la drammatica testimonianza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Pescara del Tronto è l’altro paese maggiormente colpito. Ci sono state più di 100 scosse, almeno 55 di magnitudo superiore a 3,0. Già recuperati 22 cadaveri, ma la liste è destinata tragicamente ad allungarsi. Da pochi minuti è stata estratta, priva di vita, una bambina di pochi mesi ad Arquata del Tronto.

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La macchina dei soccorsi, dalla Protezione Civile ai Vigli del Fuoco fino agli operatori per la raccolta sangue per i feriti presso i centri Avis, soprattutto di Rieti e Roma, è attiva da ore con la priorità di estrarre persone vive da sotto le macerie. Sono stati salvati due bambini a Pescara del Tronto, una ragazza ad Amatrice, ma sono ancora tante le persone che mancano all’appello e si scava a mani nude per cercare di salvare quante più vite possibili.

I centri storici dei paesi colpiti sono distrutti, ma si sono accasciati al suolo anche edifici nuovi. Il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, dichiara che nel suo comune, composto da ben 17 frazioni, non esiste più un solo edificio agibile, la frase più frequente è “Tutto come L’Aquila”. La stessa considerazione fatta dal sindaco Massimo Cialente che sta accogliendo nell’ospedale della città i feriti provenienti dalle zone del sisma, e dalla Protezione Civile, che ha parlato di una scossa paragonabile a quella che sette anni fa, quasi alla stessa ora (3:32), svegliò l’Italia nelle stesse condizioni drammatiche. Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, è in arrivo sul luogo con il Ministro Del Rio, per effettuare un sopralluogo ed organizzare al meglio i soccorsi e l’allestimento di tendopoli, indispensabili per tutta la popolazione della diverse frazioni e comuni coinvolti. Si temono, però, per ulteriori scosse, oltre a quelle di assestamento già avvertite per tutta la mattinata.

I soccorsi sono resi difficoltosi anche per la conformazione del territorio, si tratta infatti di molte comunità montane sparse e collegate da strade uniche rese inaccessibili dalle macerie e dai danni alle vie di comunicazione.

Ricordiamo che sono attivi i numeri della Protezione civile: 800 840840 e 803555, con la richiesta di chiamare solo se veramente utile e urgente per evitare di intasare le linee telefoniche.