Nello stesso giorno in cui sono presentati nuovi dati inquietanti sull’ aumento della mortalità nei quartieri vicini all’ILVA (Tamburi, Paolo VI, città Vecchia, Borgo), la Giunta regionale ha deliberato l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale dell’ultima legge Salva-Ilva, ossia la legge numero 151/2016, che ha convertito l’ultimo decreto legge sull’Ilva.

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Una decisione importante che segna una presa di coscienza dell’ente regionale che rivendica, così, la sua responsabilità nei confronti della tutela dei cittadini e della salute pubblica. Il silenzio è stato, infatti, assordante per tutti questi anni e i dati presentati ieri a Bari che aggiornano quanto già evidenziato nella perizia presentata al Tribunale di Taranto nel 2012, farebbero saltare dalla sedia chiunque. Si tratta dello “Studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla morbosità e mortalità della popolazione residente a Taranto”, commissionato nel 2014 dalla Regione Puglia ad un composito gruppo di ricerca guidato dall’epidemiologo Francesco Forastiere del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio, autore con Annibale Biggeri, epidemiologo dell’Università di Firenze, di un analogo studio per il GIP di Taranto Todisco. I dati parlano, ad esempio, di un eccesso di ricoveri per di bambini fra 0 e 14 anni: +24% nel quartiere Tamburi, +26% nel quartiere Paolo VI. Non solo. Le esposizioni sia recenti sia passate sarebbero associate non solo ad effetti a lungo termine ma anche ad effetti mortali a breve termine, ossia ictus e infarti attribuibili ai livelli di concentrazione del PM10 industriale. Lo studio conferma ancora una volta il nesso fra mortalità nelle aree contigue all’ILVA e valori di particolato inalabile, caratterizzato a Taranto da una miscela tossica che differenzia in peggio le polveri di Taranto da quelle di altre città. Si muore, quindi, non solo per il passato e perciò che è stato inalato trent’anni fa, ma anche per i valori attuali.

In dettaglio sono stati studiati la città di Taranto e i due comuni limitrofi Statte e Massafra che presentano “un quadro sociale variegato con presenza contemporanea di aree a elevata emarginazione e povertà e aree abbienti. A questa stratificazione sociale si associano differenze importanti di salute (e di probabilità di morte). Le classi sociali più basse hanno tassi di mortalità e di ricorso al ricovero ospedaliero più alte di circa il 20% rispetto alle classi sociali più abbienti.” L’analisi dell’incidenza tumorale ha messo in evidenza una relazione della esposizione ambientale con il tumore del polmone, della mammella per le donne e del rene per entrambi i sessi. L’analisi della latenza degli effetti dell’esposizione sul rischio di mortalità per cause naturali ha dimostrato un danno sulla salute per esposizioni avvenute in un lontano passato (più di 25 anni prima dell’anno di inizio dello studio) ma anche, e soprattutto, per esposizioni molto recenti avvenute negli ultimi anni. Inoltre l’inquinamento dell’acciaieria tarantina sembra aver prodotto anche malattie del sistema nervoso e renali che in letteratura non erano state segnalate in contesti analoghi, così come le malattie della sfera della riproduzione con una maggiore propensione all’aborto. La conclusione più interessante è che riducendo l’inquinamento si otterrebbero subito miglioramenti sulla salute e la mortalità a breve termine.

Il rapporto conclude in maniera incontrovertibile che “l’esposizione continuata agli inquinanti dell’atmosfera emessi dall’impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell’organismo umano che si traducono in eventi di malattia e morte. Le metodologie adottate hanno permesso di quantificare i rischi di malattia e morbosità derivanti dalle esposizioni recenti e passate e hanno permesso di escludere il ruolo di confondimento di possibili fattori esterni. Lo stato dell’ambiente e della salute della popolazione deve essere continuamente monitorato per meglio valutare i cambiamenti temporali e garantire interventi di prevenzione ed una adeguata assistenza sanitaria.

Alla presentazione dei dati ha assistito anche il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, e nel pomeriggio la giunta, riunita in sessione straordinaria, ha votato il ricorso alla Corte Costituzionale contro la cd. legge salva-Ilva. Nella certezza dei dati scientifici, non ci resta che aspettare la decisione giuridico-politica.