Due giorni di cammino solo per raccogliere l’acqua necessaria a dissetare la propria famiglia e i propri animali, che spesso sono l’unica fonte di reddito e sostentamento. È quanto ogni giorno milioni di persone in alcune regioni del nord, dell’est e del sud dell’Etiopia (Afar, Somali, Oromia), sono costrette ad affrontare a causa degli effetti della peggiore siccità che abbia colpito il Paese negli ultimi trent’anni. A denunciarlo è Oxfam, già al lavoro in Etiopia in aiuto alla popolazione colpita dagli effetti di El Niño.

Nei prossimi mesi la situazione umanitaria non potrà che peggiorare. «Secondo la FAO la produzione agricola in Etiopia è crollata dal 50 al 90% nelle regioni colpite. – afferma la responsabile dell’Ufficio Africa di Oxfam Italia, Silvia Testi. – Il raccolto è completamente perduto nella regione del Somali, a Est del paese. Le persone che vivono in questa zona vedono marcire i loro raccolti e morire di fame i loro animali, e non hanno abbastanza cibo e acqua per vivere”.
Il quadro umanitario: Oxfam al lavoro per portare acqua pulita a 160 mila persone
Al momento Oxfam è al lavoro per prestare soccorso a oltre 160 mila persone in tre diverse aree del paese, nelle tre regioni più colpite – Afar, Somali, Oromia – trasportando acqua, riparando pozzi e fornendo ai piccoli allevatori mangimi per gli animali. Nel 2016 l’obiettivo è raggiungere 777 mila persone: ma, affinché tutto ciò sia possibile, sono necessari altri 25 milioni di dollari.
Nell’area di Siti, nella parte orientale dell’Etiopia, ad esempio, le comunità ormai dipendono dagli aiuti umanitari e le poche risorse disponibili sono condivise con pecore e capre nel disperato tentativo di tenerle in vita e non dover rinunciare all’unica fonte di reddito e produzione di cibo. Tra le testimonianze raccolte da Oxfam quella di Fatuma, una allevatrice madre di otto figli che aveva un gregge di 300 pecore e capre, che sono oggi ridotte a 7. «Ci sono state altre siccità, – ricorda – ma questa è la peggiore che io abbia mai visto. Abbiamo urgente bisogno di aiuti».
Secondo il governo etiope, quest’anno 10,2 milioni di persone necessiteranno di assistenza umanitaria, per un costo complessivo di 1,4 miliardi di dollari. Sebbene infatti fra un paio di mesi sia prevista una ripresa delle precipitazioni, Oxfam avverte come anche in presenza di precipitazioni normali, ci vorrà del tempo perché la popolazione possa ricostituire gli allevamenti e riprendere le coltivazioni.
L’appello al governo italiano per la lotta a fame e cambiamenti climatici
«Il governo etiope sta facendo tutto il possibile per far fronte a questa situazione, ma è necessaria una rapida e significativa risposta della comunità internazionale per integrare gli sforzi del governo. – continua Silvia Testi – Proprio ieri il governo italiano ha riconosciuto la grave situazione di emergenza causata da El Niño decidendo lo stanziamento di un milione di euro per interventi nel settore della sicurezza alimentare in Etiopia tramite l’operato di FAO e World Food Program. L’augurio è che si tratti di risorse aggiuntive rispetto a quelle già programmate per interventi di lotta alla fame. Nel quadro della campagna #sfidolafame, Oxfam fa quindi appello al governo italiano affinché vi sia un progressivo aumento delle risorse per sostenere l’adattamento dei Paesi poveri ai cambiamenti climatici, permettendo agli agricoltori e allevatori di piccola scala di affrontare nel medio-lungo periodo questi eventi meteorologici avversi».