Oggi ricorre l’anniversario del disastro di Fukushima, l’11 marzo 2011, quando un terremoto e il successivo Tsunami hanno compromesso la centrale nucleare.

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Ad oggi, il disastro continua ad avere un impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone, come emerge da “L’eredità nucleare di Fukushima e Cernobyl”, una ricerca di Greenpeace condotta sia in Giappone, che Ucraina e Russia percè, tra poche settimane, sarà anche l’anniversario dei trent’anni dal disastro di Cernobyl (di cui leggerete uno speciale sul numero di BioEcoGeo in edicola proprio in quei giorni).
I governi stanno riducendo le misure di protezione dalla radioattività sia in Giappone che nei Paesi contaminati dal disastro di Cernobyl. Il monitoraggio ambientale e alimentare è stato tagliato nel secondo caso, mentre a Fukushima il governo vuole che la maggioranza della popolazione evacuata faccia rientro a casa nel 2017 anche se le aree sono ancora contaminate.
«Questo è inaccettabile – dichiara al quotidiano la Repubblica il fisico Valerio Rossi Albertini, ricercatore del Cnr e membro del comitato scientifico di Green Cross, Ong ambientalista che ha effettuato i campionamenti nella Prefettura di Fukushima per valutare gli attuali rischi per l’uomo e l’ambiente – perché bisogna almeno lasciare ai cittadini la possibilità di decidere. Togliere l’indennizzo costringe di fatto molte famiglie indigenti a tornare in un ambiente pericoloso e nocivo, reso tale dalla colpevole leggerezza dei vertici della Tepco. Tanto più che, ad aggravare la situazione, concorre anche l’acqua di raffreddamento radioattiva rilasciata a più riprese dalla centrale di Fukushima nell’ambiente circostante».
La revoca del provvedimento di sgombero dalle aree contaminate, decisione che nel 2018 bloccherà i risarcimenti che la compagnia elettrica Tepco, gestore della centrale nucleare di Fukushima, è obbligata a corrispondere ai 50.000 evacuati, e che avrà l’effetto di far tornare i cittadini in zone con livelli di radiazioni altissimi.

Molti effetti negativi sulla salute sono stati osservati nelle comunità colpite da Cernobyl e da Fukushima. Greenpeace chiede ai governi di continuare a fornire il dovuto sostegno economico ai sopravvissuti.