Ci si va più o meno tutti e quello di riferimento, in genere, lo si sceglie in base a prezzi e prodotti. Poca o nessuna attenzione si dà ai criteri di sostenibilità. Eppure se c’è un luogo che consuma (e spreca) per riscaldare, illuminare, refrigerare, trasportare, cucinare, quello è proprio il supermercato.
Luci accese sin dal mattino, porte che si aprono di continuo rendendo impossibile l’isolamento termico, banchi frigo scoperti che raffreddano inutilmente gli ambienti, dissipando elettricità: insomma, un vero colabrodo energetico.
E poco può fare, per migliorare la situazione, anche chi ci lavora, perché la progettazione dei “grandi magazzini” è sempre stata pensata con i criteri del consumo – esaltare i prodotti, stordire con la quantità e il rumore, indurre all’acquisto – e non certo con quelli del risparmio di risorse. Almeno fino ad oggi.
La coscienza green che ha investito il mondo dell’edilizia, trovando garanzia di attendibilità nel sistema delle certificazioni per la sostenibilità, è arrivata infatti da qualche anno anche al “retail”, il settore della vendita al dettaglio, e la più diffusa famiglia di certificazioni internazionali, i LEED, ha dedicato a negozi e supermercati uno specifico protocollo.
Punto vendita del gruppo Coop Alleanza 3.0, il grande magazzino emiliano ha ottenuto la targa oro grazie alla consulenza di Macro Design Studio di Rovereto, impresa nata dentro l’incubatore green Progetto Manifattura e che da anni si occupa di sostenibilità energetico-ambientale in edilizia.
MDS, con l’architetto LEED Ap Paola Moschini, aveva già seguito, nel 2014, il protocollo del supermercato Coop di Carpi, il primo edificio certificato LEED for Retail Gold in Italia e il secondo in Europa.
«Lavorare a fianco di committenze che credono nella sostenibilità e utilizzano i protocolli come misura delle performance dell’edificio facilita la progettazione integrata del team di lavoro e ottimizza i risultati – spiega Paola Moschini – Coop Alleanza 3.0 ha scelto LEED come standard per i propri immobili e questa continuità si riflette nel risultato finale dove l’immobile non è più solo un edificio, ma una dimostrazione di pratiche di sostenibilità, con costi di gestione molto bassi dove la qualità dell’ambiente interno è a misura d’uomo».
Risparmio di risorse e vivibilità, dunque, sono i criteri che hanno guidato la progettazione, realizzata per la parte architettonica e strutturale da Inres. Per i 7mila mq del punto vendita, è stato predisposto un sistema di pannelli fotovoltaici sul tetto e un parcheggio sotterraneo per evitare consumo di suolo. Per incentivare la mobilità sostenibile, ci sono poi parcheggi dedicati alle bici, alle auto elettriche e al car sharing. All’interno, i solar tube catturano e convogliano la luce solare nell’edificio, in sostituzione o in aggiunta all’illuminazione elettrica, «per risparmiare energia, ma anche per rendere più vivibile e rilassante l’ambiente», spiega Moschini.
Un giardino verticale indoor, di fronte alle casse, assorbe le emissioni di anidride carbonica e nello stesso tempo fa bene all’estetica e introduce il concetto di “biofilia” fra gli scaffali dei prodotti. Mentre sulla facciata dell’edificio è stato realizzato l’Albero del Riciclo, un sistema di raccolta dove i clienti possono conferire le bottiglie di plastica e contribuire a trasformarla in carta Viviverde Coop da regalare alle scuole. I banchi frigo sono poi chiusi da sportelli e dotati di dispositivi per il recupero dell’energia termica: «così non si spreca elettricità e non si raffredda il reparto, consentendo anche una scelta più tranquilla dei prodotti, contro la politica dell’acquisto vorace». Infine, per i clienti è previsto un percorso didattico con cartelli e segnaletica, a spiegare i vari accorgimenti adottati per il risparmio di risorse del supermercato. Un ulteriore contributo alla formazione di una cultura del consumo critico e della sostenibilità.