Davines Group, azienda certificata B Corp dal 2016, conferma e amplia il suo impegno sul fronte della rigenerazione e rinnova la partnership con l’impresa sociale Plastic Bank, dopo aver concluso nel 2021 la campagna globale “Rethinking Plastic” che ha visto la raccolta di 100 tonnellate di plastica dalle zone costiere di Brasile, Filippine e Indonesia.

L’obiettivo del 2022 è ancora più ambizioso e consolida l’impegno del Gruppo nel promuovere un approccio rigenerativo alla plastica, uno dei materiali più utilizzati nei packaging quando si tratta di prodotti di bellezza di uso quotidiano, e conferma – in ottica di trasparenza verso i propri consumatori – il percorso di continua evoluzione verso scelte sempre più sostenibili che il Gruppo Davines ha da tempo intrapreso.

Entro fine anno, il Gruppo, grazie alla collaborazione con Plastic Bank, raccoglierà e rimuoverà dall’ambiente l’equivalente della quantità di plastica derivante dalle vendite dei prodotti dei due brand, Davines (hair care) e [ comfort zone ] (skincare), raggiungendo quindi la neutralizzazione delle proprie emissioni di plastica e ottenendo da Plastic Bank la certificazione Plastic Neutral.

«La certificazione Plastic Neutral nel 2022 conferma due dei nostri valori principali: la cura e l’innovazione. Il packaging è una tra le aree con maggior impatto nella beauty industry e quindi ci siamo posti l’obiettivo di contribuire con progetti che diano risultati positivi, concreti e globali. Il nostro impegno inizia dalla supply chain, che deve garantire materie prime sempre più sostenibili, passa attraverso l’eco-design del packaging fino all’identificazione di soluzioni rigenerative e circolari in grado di allungare la fase di vita dei prodotti» afferma Anthony Molet, Amministratore Delegato del Gruppo Davines.

L’impegno globale: la raccolta in Brasile, Indonesia e Filippine

La scelta del Gruppo di intervenire in questi paesi specifici è stata dettata non solo dal clima di estrema emergenza ambientale e sociale che questi paesi stanno vivendo, a causa degli elevati tassi di inquinamento da plastica, dalla mancanza di infrastrutture per lo smaltimento e dalla la maggiore dipendenza dagli imballaggi monouso, ma anche dalla presenza e dal potenziale impatto che il Gruppo ha in questi paesi per via della distribuzione e vendita dei propri prodotti.

L’impresa sociale Plastic Bank ha impedito ad oggi a più di 40 milioni di chilogrammi di plastica di entrare nell’oceano, costruendo inoltre ecosistemi di riciclaggio etico – che riprocessano i materiali per la loro reintroduzione nella catena di approvvigionamento globale – e contribuendo a migliorare in modo concreto la qualità di vita delle popolazioni locali coinvolte nella raccolta.

I raccoglitori locali scambiano la plastica dell’oceano con dei bonus che danno accesso alle necessità di base delle famiglie, come cibo, combustibile per cucinare, tasse scolastiche e assicurazione sanitaria.
Il materiale raccolto rinasce come nuova materia prima chiamata Social Plastic® che può essere facilmente reintegrata nei prodotti e negli imballaggi come parte di una filiera a ciclo chiuso.
Il rinnovo della collaborazione con Plastic Bank si basa sulla condivisione di un obiettivo comune con il Gruppo Davines, ovvero sostenere lo sviluppo di una società veramente rigenerativa, attraverso la rivoluzione del ciclo della plastica, il miglioramento della vita delle persone e la prevenzione dell’ingresso della plastica nel mare. A ciò si aggiunge un’importante garanzia di trasparenza, in quanto Plastic Bank, tramite una piattaforma blockchain, permette il monitoraggio e la tracciabilità in tempo reale di tutte le attività di raccolta.
«Non siamo ancora arrivati a chiudere il cerchio. Continuiamo a migliorare i nostri processi produttivi, le nostre scelte, in un percorso di crescente consapevolezza e responsabilità verso una progressiva diminuzione della nostra impronta ambientale. La rinnovata partnership con Plastic Bank consolida il nostro percorso verso un approccio circolare, che da anni perseguiamo, sempre più conviti che solo mantenendo nel ciclo produttivo materiali già utilizzati, riusciremo a fare un piccolo passo in avanti nella salvaguardia dell’ambiente e delle persone che lo abitano» Sonia Ziveri, Chief Sustainability Officer del Gruppo Davines.

Circolarità e packaging policy del Gruppo Davines

Il focus sull’economia circolare, i cui principi sono un elemento centrale di molti progetti aziendali, si basa sul ridurre il più possibile l’uso di materiali e, quando ciò non è possibile, riutilizzarli o, come ultima risorsa, riciclarli.
La circolarità per il Gruppo Davines è una sfida a ripensare le proprie azioni e ad abbandonare la linearità del “prendi, usa, getta” a favore di un approccio rigenerativo.
Impegno che si è rafforzato con la certificazione B Corp nel 2016 e l’ingresso del Gruppo Davines nella rete globale delle B Corp, che hanno ridefinito il proprio modello di business per generare non solo profitto, ma anche impatto positivo sulle persone, l’ambiente e le comunità in cui operano.
Da anni l’azienda si impegna a valorizzare i propri rifiuti. Nel 2020 – come per i due anni precedenti – è riuscita a raggiungere il 0% dei rifiuti della propria produzione smaltiti in discarica, recuperandone tramite riciclo o termovalorizzazione l’86,3% del totale.
Continua il proprio impegno nello sviluppo di packaging progettati sulla base dei principi dell’ecodesign ottenendo imballaggi più leggeri, da materiali riciclati o da fonti rinnovabili, monocomponente più facili da smaltire e riciclare.

 

Plastic management del Gruppo Davines

Grazie all’applicazione di questi principi, nel 2020 il 60,5% del materiale usato nei nostri packaging è stato riciclato. In particolare, di tutto il packaging in plastica poco meno del 60% proviene da fonti rinnovabili o è riciclato. Nel 2020 è stata ridotta di un ulteriore 3,6% la quantità di plastica vergine da fonti fossili dei packaging. Ma non solo, grazie ad azioni come l’alleggerimento dei packaging è stato calcolato che dal 2014 al 2020 sono state risparmiate oltre 630 tonnellate di plastica.

Questi ottimi risultati danno una visione dell’impatto positivo che è possibile ottenere e spronano al miglioramento continuo. Proprio a partire dal 2020, il Gruppo Davines calcola la propria impronta di plastica includendo sia i rifiuti di plastica prodotti dal suo stabilimento di produzione e uffici, sia il packaging in plastica dei suoi prodotti commercializzati in tutto il mondo. Delle circa 722 tonnellate, risulta che 14 possano potenzialmente rimanere nell’ambiente a causa della cattiva gestione dei rifiuti nei diversi paesi dove il Gruppo è presente, ed è proprio per la rilevanza dell’inquinamento da plastica che l’azienda ha scelto di accelerare ancora di più su questo tema.

Una coalizione a impatto positivo per il mondo beauty

Collaborazione e partnership sono oggi indispensabili per accelerare e aumentare l’impatto positivo. Per questo, il Gruppo Davines è uno dei 7 fondatori della “B Corp Beauty Coalition”, una coalizione internazionale di oltre 30 aziende certificate B Corp del settore cosmetico, nata con l’obiettivo di promuovere un cambiamento sistemico e durevole nell’industria della bellezza, migliorandone gli standard di sostenibilità attraverso azioni collettive. Tra le tematiche che la coalizione affronterà nel 2022 c’è l’ideazione di un packaging ancora più sostenibile, lo sviluppo di una supply chain circolare e rigenerativa, la definizione e promozione del concetto di “B Beauty”, fondato sull’applicazione dei valori B Corp ai prodotti cosmetici. Conclude il Presidente del Gruppo Davines, Davide Bollati: «Nell’interdipendenza, che è uno dei valori fondanti del movimento B Corp, non c’è sostenibilità sociale senza sostenibilità ambientale, non c’è progresso senza rispetto degli ecosistemi e dei diritti umani. Senza ecologia umana, semplicemente non c’è futuro».