«Fra gli italiani che si avvicinano alle elezioni è diffusa la percezione della profonda crisi socioeconomica in cui versa il Paese, segnato da una mai così ampia diffusione della povertà e della disoccupazione, mentre al contempo fasce ristrette della popolazione godono di ricchezze sempre maggiori, nel segno di una crescente diseguaglianza tra i livelli sociali della popolazione, tra i diversi territori, e tra le diverse generazioni. Manca invece quasi del tutto nell’opinione pubblica una percezione chiara dell’incombente crisi ambientale e climatica, e dell’estrema necessità di agire speditamente all’interno della classe dirigente politica».

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Sono le prime righe della lettera sottoscritta da un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna che sentono il dovere di dare un contributo, attraverso la condivisione di conoscenze e informazioni scientificamente corrette, per superare le difficoltà poste dal cambiamento climatico nel nostro Paese.

Gli scienziati di Energia per l’Italia, avvertono la classe politica su quanto sia fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura. (Papa Francesco, Laudato si’, 139).

“Dal punto di vista ambientale – proseguono gli scienziati – tre diversi fenomeni mettono a rischio il nostro benessere e l’ecosistema: inquinamento, cambiamenti climatici ed eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. Tre fenomeni spesso contraddittori e poco conosciuti dai cittadini, che hanno effetti di breve e lungo termine sulla salute, sul benessere, ma anche sulla nostra economia. Una linea comune attraversa questi tre fenomeni: l’energia”.

Due gli scenari previsti di ricercatori: mantenere invariato il modello economico basato sullo sfruttamento dei combustibili fossili oppure ridurre i consumi energetici e utilizzare le fonti rinnovabili.
“Solo la seconda soluzione, oggi matura e perseguibile, può farci uscire dalla crisi ambientale, sociale ed economica. Alla comunità scientifica non è chiaro se la politica ha deciso implicitamente di perseguire la prima strada, oppure se è convinta della ineluttabile necessità della seconda. È chiaro, tuttavia, che non vi possono essere mediazioni, non si possono contemporaneamente promuovere investimenti sulle fonti rinnovabili e sulle fonti fossili, occorre definire una strategia che preveda la conversione completa verso il secondo modello in 20-30 anni, e il sistema economico e sociale si allineerà a questi obiettivi. Alla politica spetta il compito di decidere la strategia e gli strumenti per promuovere la transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Rivolgiamo quindi un forte appello alle forze politiche che si candidano per governare il paese affinché elaborino visioni e mettano in atto provvedimenti per affrontare e vincere la sfida all’inquinamento e ai cambiamenti climatici e per tutelare le risorse del pianeta.

Invitiamo tutti i cittadini a votare i candidati che dichiareranno pubblicamente di prendere impegni su questi punti fondamentali:

– Rispetto degli accordi di Parigi sottoscritti dal nostro Paese nell’ambito della COP21;

– Promuovere conoscenza e consapevolezza delle crisi ambientali che stiamo vivendo;

– Adottare politiche fiscali che favoriscano la transizione da fossili a rinnovabili (carbon tax);

– Definire entro la legislatura obiettivi strategici per attivare una transizione sostenibile: bando ai combustibili fossili entro il 2040, riduzione dell’uso di energia pro-capite, dematerializzazione dei processi industriali.

 

Firmatari

Vincenzo Balzani (coordinatore), Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università

Nicola Armaroli, Istituto ISOF-CNR

Alberto Bellini, Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, Università

Giacomo Bergamini, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università

Enrico Bonatti, Columbia University, Lamont Earth Observatory, ISMAR-CNR

Alessandra Bonoli, Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, dell’Ambiente e dei Materiali,

Università

Carlo Cacciamani, Dipartimento della Protezione Civile Nazionale

Romano Camassi, INGV

Sergio Castellari, CMCC e INGV

Daniela Cavalcoli, Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Università

Marco Cervino, ISAC-CNR

Maria Cristina Facchini, ISAC-CNR

Sandro Fuzzi, ISAC-CNR

Luigi Guerra, Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin», Università

Giulio Marchesini Reggiani, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università

Vittorio Marletto, Servizio IdroMeteoClima, ARPA

Leonardo Setti, Dipartimento di Chimica Industriale, Università

Micol Todesco, INGV

Margherita Venturi, Dipartimento di Chimica “G. Ciamician”, Università

Stefano Zamagni, Scuola di Economia, Management e Statistica, Università

Gabriele Zanini, ENEA-Divisione MET