Ormai da tempo si fanno strada e si incentivano forme di turismo sempre più votate al rispetto della natura e dei tempi dell’uomo, tra queste il garden sharing.

garden sharing

Secondo l’Associazione Italiana Turismo Responsabile si definisce turismo responsabile “quel turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”.

Se negli ultimi dieci anni si è posta via via maggiore attenzione alle qualità del viaggio e alla sua stessa natura è perché questo, con i suoi numeri da capogiro, ha un impatto incredibile sulle sorti del pianeta. Secondo i dati UNWTO nel 2016 la spesa turistica internazionale è stata di quasi 1.100 miliardi di euro a livello globale, in crescita del 2 per cento rispetto al 2015, mentre si stima che nella media dei paesi OCSE il turismo contribuisca per il 4,1 per cento alla formazione del PIL, per il 5,9 per cento all’occupazione e per il 21,3 per cento alle esportazioni di servizi.

Non stupisce allora che molti, nel settore del turismo, decidano di dar vita a iniziative imprenditoriali sempre più green e sostenibili, sfruttando al massimo le potenzialità offerte dalla sharing economy. È il caso di Garden Sharing, start-up che permette di affittare e campeggiare in spazi privati all’aria aperta. Il progetto nasce dall’idea di offrire un’alternativa al campeggio tradizionale, unendo un approccio esperienziale al rispetto dell’ambiente, e la piattaforma permette ai vari proprietari – i gardensharer – di pubblicare gratuitamente un annuncio per affittare il proprio spazio all’aperto. Le tipologie di sistemazione offerte sono diverse: una piazzola in cui montare la propria tenda, uno spazio in cui sostare il proprio camper o roulotte ma anche sistemazioni pronte al soggiorno come tende già montate, yurte, camper, case di in legno, case sull’albero. La piattaforma si rivolge anche ad agriturismi, agricamping e fattorie, dove possono promuovere i propri prodotti biologici e tutte le attività che hanno in calendario, oltre a ricevere prenotazioni da parte di camperisti e campeggiatori.

Una pratica, questa del garden sharing, che dovrebbe trovare la sua piena emancipazione grazie anche ad un recentissimo disegno di legge della Regione Piemonte, che da apripista in Italia ha inserito tale fattispecie all’interno della normativa dei complessi ricettivi all’aperto e del turismo itinerante. Infatti, l’articolo 7 recita: “è consentito da parte di soggetti privati mettere a disposizione dei turisti itineranti, provvisti o sprovvisti di mezzi propri, spazi o aree verdi ed eventuali allestimenti fissi o mobili con offerta di servizi in modalità garden sharing”. Prosegue affermando che: “Il garden sharing concorre a regolare nuove forme di ospitalità alternativa e, ad integrazione dell’offerta turistica regionale, rileva ai fini informativi, di monitoraggio statistico e di promozione turistica”, definendo poi condizioni e requisiti minimi per la pratica dell’attività secondo il rispetto della legge.

Insomma, nel caso voleste fare qualcosa di diverso nella vostra prossima vacanza, le idee non mancano, ciò che conta davvero però è che lo facciate nel rispetto dell’ambiente e delle comunità che andrete a visitare.

Per domande o chiarimenti: andreadbdg@gmail.com