Oggi, 8 giugno, in tutto il mondo si celebra la Giornata degli Oceani, promossa dall’associazione ambientalista The Ocean Project che dal 2002 è impegnata in attività di tutela e salvaguardia dei nostri mari. Molte le iniziative a favore degli oceani previste in tutto il mondo per sensibilizzare le persone su quella che oggi è una delle più incombenti emergenze ambientali.
Secondo l’UNEP (United Nations Environment Programme) sono 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nei nostri mari, con una prospettiva disarmante: entro il 2050 la plastica supererà la presenza di pesci nei nostri oceani. Per non parlare poi dell’inquinamento da microplastiche (vedi articolo).
Dati che rammaricano ma di certo non ci stupiscono. Basti infatti pensare che ogni minuto, nel mondo, viene acquistato un milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima percentuale di queste viene poi riciclata.
Quello della plastica in mare è un dramma reale e tangibile. Oltre alle numerose immagini alle quali ormai ci stiamo, purtroppo, abituando, sempre più numerosi sono i casi di animali marini morti proprio a causa della plastica, ingerita perché confusa con cibo. L’ultimo, risalente al 2 giugno, è il caso della balena trovata sulle spiagge della Thailandia con 8 kg di plastica nello stomaco. Un’emergenza che deve spingerci a una riflessione per stimolare proposte alternative alla plastica monouso con lo sviluppo di nuovi materiali.
Succede oggi
E la sensibilizzazione delle persone è proprio l’obiettivo delle numerose attività che si stanno svolgendo oggi in tutto il mondo. Anche il nostro Mar Mediterraneo non esente da questo dramma e versa nelle stesse condizioni di pericolo degli oceani.
Sono stati diffusi in occasione di questa giornata, i dati del report stilato da Legambiente e dall’ Università di Siena, che mostrano con evidenza come il rischio connesso con i rifiuti plastici presenti nell’ambiente marino non derivi solo dalla loro presenza, ma anche dal fatto che facciano da catalizzatori di sostanze tossiche che finiscono poi nell’ecosistema marino. Mercurio, policlorobifenili, Ddt ed esaclorobenzene.
Uno dei rischi è che queste sostanze entrino anche nella catena alimentare umana. «Purtroppo – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – la cattiva gestione dei rifiuti a monte e la maladepurazione restano la principale causa del fenomeno del marine litter. Prevenire il fenomeno e rimuovere le plastiche che oggi sono disperse in mare e sulle spiagge è dunque una priorità, non solo per la salvaguardia ambientale ma anche per la tutela della salute».
Ed ecco quindi che le iniziative si moltiplicano: dalla piscina Y-40 a Montegrotto Terme (PD), profonda 42 metri e interamente riempita di bottiglie, taniche e tubi di plastica (per dimostrare ciò che provano gli esseri viventi nei mari) per arrivare fino alla Plastic Free Venice Initiative, una giornata promossa da UNESCO di clean up dai rifiuti plastici che invadono i canali e la laguna di Venezia.
Da Parigi a Hong Kong passando per Quito e Malé, la CNN ha lanciato la campagna #ZeroPlasticLunch invitando gli studenti di tutti il mondo a rinunciare agli oggetti di plastica nei loro pasti, sostituendoli con alternative eco sostenibili.
A Santorini invece, la Healthy Seas, Ghost Fishing e la Cousteau Divers, celebrano la giornata dedicata agli oceani recuperando le reti abbandonate e trasmettendo immagini marine straordinarie per raccontare cosa l’azione dell’uomo stia infliggendo alla flora, alla fauna marina e al bene più prezioso che abbiamo, l’acqua.
Una sola rete fantasma infatti, cattura circa il 5% della quantità di pesce commerciale mondiale, così come una sola gabbia abbandonata (solitamente usata per la cattura di granchi, aragoste e gamberetti) uccide 1775 esemplari in un anno.
Le reti da pesca recuperate dai sommozzatori volontari di Ghost Fishing saranno consegnate poi ad Aquafil SpA per la rigenerazione del Nylon – Econyl® – usato dall’italiana Carvico, azienda tessile specializzata nella produzione di tessuti tecnici per l’abbigliamento, per la confezione dei tessuti della famiglia VITA fabrics, impiegati a loro volta da noti brand per la confezione di nuovi costumi da bagno.
La diretta streaming (un reportage dai fondali di una delle più belle, quanto delicate, isole del Mediterraneo) sarà sulla pagina Facebook di Healthy Seas: Save Your Breath – Underwater Live Streaming.
Infine, l’Ansa ha stilato un decalogo per salvaguardare l’ambiente marino destinato ai bambini, utile per sensibilizzarli sin da piccoli alle tematiche di salvaguardia ambientale.