Avevamo già cantato una mezza vittoria per l’approvazione definitiva del Senato del Disegno di legge sugli Ecoreati. E invece, ancora una volta, ci siamo illusi. Ci siamo lasciati convincere da una spinta ottimistica nelle parole che il Ministro Galletti pronunciava solo due mesi fa: «Si tratta di un segnale di grande sen­si­bi­lità nei con­fronti di un tema di strin­gente urgenza per il paese e ormai siamo all’ultimo miglio di un pas­sag­gio sto­rico: chiedo alla Camera di fare pre­sto e di appro­vare que­sto testo senza ulte­riori modi­fi­che, c’è asso­luta neces­sità di stron­care i busi­ness cri­mi­nali che si arric­chi­scono inqui­nando il nostro ter­ri­to­rio».
BioEcoGeo_ecoreatiE invece la Camera non ha fatto né presto nè ha approvato senza modifiche il disegno, bensì ha lasciato  che le perplessità di Assomineraria rinviassero il documento al Senato per l’approvazione di tre emendamenti soppressivi sul divieto di air gun . Tale tecnica, che utilizza esplosivo per le ispezioni dei fondali marini finalizzate alla ricerca di idrocarburi, «bloccherebbe 17 miliardi di euro di investimenti. Investimenti che “sono già pronti” e che porterebbero “allo sviluppo di 700 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, raddoppiando così la produzione nazionale che al momento soddisfa circa l’11% dei consumi arrivando al 22%». Ad affermarlo è Pietro Cavanna, presidente settore Idrocarburi Assomineraria. Che assicura anche «L’attività petrolifera è environmentally friendly, a minor emissioni in atmosfera, occupa minor suolo e non scarica nulla a mare».
Pippo Civati però non ci sta e lo mette nero su bianco sul suo blog: «Avevamo chiesto che non cambiasse #nemmenounavirgola – scrive – E invece il governo ha deciso di cambiare il testo di legge degli ecoreati. Così tornerà al Senato, per la seconda volta. Alcune cose si blindano, altre si rinviano, a seconda dei diktat che provengono dall’esecutivo. Si noti: la legge sugli ecoreati, avviata quando al governo c’era Letta, attende una sua definitiva approvazione da più di un anno e mezzo. Il problema non è il bicameralismo, a cui si ricorre spesso e volentieri: il problema è il coordinamento e la volontà politica. Che c’è o non c’è: in alcuni casi violente forzature, in altre un voluto rinvio».