Quella di Vanni Oddera per le due ruote è una vera ossessione, che ha saputo trasformare in un potentissimo strumento di solidarietà: la mototerapia. Lo abbiamo ri-scoperto ad EICMA.

Ci siamo aggirati nei padiglioni della 76a Edizione dell’Esposizione Internazionale Ciclo, Motociclo e Accessori di Milano-Rho e nell’arena di MotoLive abbiamo vissuto dal vivo il progetto di mototerapia di Vanni Oddera, il campione di motocross freestyle che ha scelto di condividere la propria passione per aiutare persone meno fortunate.
Un’intera giornata, la sua, dedicata ai ragazzi con disabilità e alle loro famiglie, che hanno avuto la possibilità di vivere in prima persona l’esperienza di salire su una moto da cross accompagnati dallo stesso Oddera e da tutti i freestyler di DaBoot.
L’impegno di Vanni nasce durante una sua personalissima “via di damasco” quando, a Mosca, trovatosi di fronte alla dignità di un tassista senza gambe decide che deve restituire parte di quella fortuna che la vita gli ha riservato. Ecco che parla con un amico, impegnato nel sociale, e di lì a poco matura l’idea di regalare a ragazzi affetti da differenti disabilità momenti di libertà e realizzazione personale.
Lo fa al termine dei suoi show, supportato ormai da almeno altri venti ragazzi – i DaBoot – che hanno deciso di seguirlo in questa avventura che a lui non piace definire mototerapia come ha detto a Corriere Buone Notizie “Io non sono un terapeuta. È la moto che fa tutto”. Un successo che naturalmente varca presto i confini nazionali e coinvolge anche importanti strutture ospedaliere.
Una storia davvero singolare ed epica quella di questo istrionico ragazzone ligure, scheggia per gli amici, che per uno scherzo del destino si trova ad avere tutti gli organi invertiti, ma che continua a ripetere che “non serve fare salti mortali per fare del bene: basta che ognuno usi la sua passione come chiave per interagire”.
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