I sacchetti dell’ortofrutta biodegradabili sono (stati) un argomento di grande attualità. Ma, come emerge da un sondaggio realizzato dal Monitor Ortofrutta di Agroter che ha analizzato la reazione ai sacchetti sul territorio nazionale, dopo appena 10 giorni dall’introduzione dell’obbligo il 12% degli italiani (secondo l’indagine curata da Roberto Della Casa, docente di marketing dei prodotti agroalimentari all’Università di Bologna) ha preferito acquistare prodotti già confezionati (la cosiddetta “quarta gamma”) per non dover pagare l’extra del sacchetto.

BioEcoGeo_prodotti confezionati

Se la logica che ha guidato l’introduzione dei nuovi sacchetti era quello della sostenibilità allora i dati confermano che si sta andando nella direzione opposta. La nota positiva, sempre in termini di sostenibilità, è che un 21% del campione, invece, ha preferito rivolgersi al fruttivendolo – che tradizionalmente utilizza sacchetti di carta, quindi non soggetti a pagamento obbligatorio – invece che al supermercato.

C’è anche un 7% di consumatori che indica di aver comprato meno frutta e verdura. Il 56% degli intervistati, più in generale, risponde di aver fatto spesa come al solito.

Eppure, secondo il monitoraggio, nessuno è interessato a tornare indietro: solo il 6% vorrebbe i vecchi sacchetti in plastica gratuiti. Piuttosto gli italiani si dividono tra chi vorrebbe mantenere questi shopper ma gratuitamente (23%), chi crede sia giusto permettere ai consumatori di portare sacchetti e retine da casa (23%), chi vorrebbe inserire sacchetti di carta riciclabile e compostabile (18%) e chi risponde che “col tempo il consumatore si abituerà” (18%). Insomma, qualunque sia il correttivo che verrà introdotto – se verrà introdotto – questo sarà destinato a scontentare una parte di popolazione.