PNRR Italia: penultimo in UE per misure su transizione ecologica

«Sarebbe ora che qualcuno spiegasse a Draghi che non basta annunciare un governo ambientalista nel discorso di insediamento e nemmeno apporre un cartellino su una porta per attuare una vera transizione ecologica. Le chiacchiere stanno a zero, ma i dati parlano chiaro: l’Italia è fanalino di coda in Europa per misure destinate nel PNRR alla transizione ecologica. Peggio di noi solo la Lettonia!» dichiarano Eleonora Evi e Angelo Bonelli, co-portavoce nazionali di Europa Verde a commento dei report dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani, che ha reso noto che dei 191,5 miliardi di euro di risorse europee messe a disposizione dell’Italia, il nostro PNRR destina il 37,5% (71,7 miliardi) per gli obiettivi climatici, praticamente il minimo indispensabile e meno di quanto destinato da tutti gli altri Paesi europei.

«È evidente – aggiungono i portavoce – che mentre gli altri Paesi europei hanno capito l’importanza strategica della conversione ecologica come volano di sviluppo e di rilancio dell’economia e come efficace spinta occupazionale, il nostro Governo, che destina solo il 13,8% del PNRR alle energie rinnovabili, resta ancorato a una visione ecologica del tutto distorta e un po’ naif. Transizione ecologica non vuol dire, come evidentemente ritiene Draghi, dedicarsi al giardinaggio nei fine settimana, ma dotare il Paese di un’incredibile leva di sviluppo e lavoro. Con il piano RePowerEu l’Europa obbliga all’installazione di pannelli solari e spinge sulle rinnovabili: quale occasione migliore per creare una filiera italiana per la produzione di materiali isolanti per le case, per la costruzione e l’installazione di pompe di calore, o ancora per investire nell’agricoltura biologica e di prossimità? Tutti settori in grado di assicurare tantissime opportunità lavorative, rilanciando la nostra economia in maniera sostenibile per affrontare al meglio le sfide ambientali e climatiche che ci attendono. L’Italia invece si limita a consegnare il suo modesto compitino, candidandosi, ancora una volta, ad essere l’ultima della classe e a dissipare un’imperdibile opportunità di rilancio in chiave ecologica» concludono Evi e Bonelli.