Sono state più di 300 le persone che ieri mattina, tra le 7:30 e le 9, hanno partecipato alla realizzazione della ciclabile umana in Viale Monza a Milano per proteggere con i loro corpi e con le loro bici i cittadini che pedalavano per andare a scuola e al lavoro.
L’iniziativa, dal nome simbolico ProteggiMI, è stata indetta dai cicloattivisti e supportata da diverse realtà locali attente al tema della mobilità in bicicletta. L’evento era stato pensato da tempo, ma si è tenuto però a pochi giorni dall’investimento mortale in bicicletta del giovanissimo Luca Marengoni, 14 anni, investito e ucciso dal tram a pochi metri dal suo liceo dove frequentava il primo anno. Un fatto che ha scosso l’opinione pubblica e portato all’attenzione di tutti il tema della sicurezza stradale di chi pedala a Milano.
La ciclabile di Viale Monza
In Viale Monza è presente una corsia ciclabile realizzata nel 2020 ma il problema, sottolineano i partecipanti del flash-mob, «è che è usatissima anche dalle automobili che ci parcheggiano sopra, ora per un caffè al volo, ora per una commissione o per il carico/scarico». Purtroppo, la pista che dovrebbe essere un luogo sicuro e al riparo dalle automobili, rischia di diventare anche più insicura della strada perché costringe a continue e pericolose deviazioni.
Questo è il motivo per cui i ciclisti «manifestano in maniera ferma e pacifica per chiedere al Comune di Milano di intervenire ora per proteggere chi pedala, sulla ciclabile di viale Monza, sul Ponte della Ghisolfa, in tutta la città».
Chiedono «rispetto, cambiamento culturale, controllo e anche una città a 30 all’ora».
«Chiediamo – affermano i ciclisti milanesi – di fare di Milano una Città 30 km/h: è l’azione onnicomprensiva e con effetti e ricadute di ogni tipo. Lo hanno già fatto Barcellona, Madrid, Parigi, Bruxelles: l’ha annunciato per giugno 2023 Bologna la scorsa settimana, lo ha dichiarato Parma ieri. Quand’è il tempo di Milano? Adesso, per favore».