Venerdì 23 settembre un gruppo di attivisti del gruppo Tuttamialacittà, ha dato luogo ad un sit-in per la raccolta firme da apporre su un documento recante quattro istanze urgenti all’indirizzo del Sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno. La delegazione che è stata ricevuta dal primo cittadino ha chiesto in particolare che venisse ritirata la firma del Comune dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata all’Ilva di Taranto, “in conseguenza della mancata ottemperanza a numerose, importanti, prescrizioni, così come certificato dall’Ispra, Istituto del Ministero dell’Ambiente, nelle sue recenti visite ispettive”.

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Il gruppo ha poi chiesto al Sindaco di espletare la procedura tecnica e civile in grado di accertare formalmente i responsabili dell’inquinamento dei terreni del quartiere Tamburi dal punto di vista amministrativo, al fine di applicare il principio europeo del “chi inquina paga”. Secondo il collettivo, infatti, “allo stato attuale le bonifiche eseguite in alcune parti del quartiere sono gravate sulla collettività, oltre ai costi già alti subiti in termini di inquinamento”.

Il comitato civico ha chiesto di istituire un registro, in tempo reale, della mortalità con indicazione dei luoghi dei decessi, in grado di attestare gli scostamenti dalle medie in occasioni di giornate a maggior tasso di inquinamento e la loro incidenza quartiere per quartiere. Il punto, già sollecitato dall’associazione Peacelink, era già stato portato all’attenzione della Giunta e non approvato.
Il gruppo, inoltre, ha chiesto a Ippazio Stefàno di verificare presso la Asl se le attuali condizioni di produzione dell’indotto siderurgico comportino un rischio per la salute dei tarantini.

“Si è rappresentata l’urgenza di istruire provvedimenti, presso il Governo ed il Ministero dello Sviluppo Economico in particolare, atti a garantire la riconversione professionale degli operai che, verosimilmente, potrebbero essere investiti da numerosi licenziamenti l’indomani dell’ingresso nella proprietà dei nuovi acquirenti”.
La delegazione ha infine motivato la posizione condivisa nel percorso di piazza, riguardo alla chiusura delle fonti inquinanti – che si è precisato essere non solo l’Ilva – argomentando che è proprio il sistema di corruttela e clientela che gravita attorno ad esse ad ingessare la riconversione sociale, etica ed economica della città.
Stefàno ha risposto che si attiverà con gli uffici competenti per verificare la percorribilità delle istanze proposte e che fornirà riscontro quanto prima.

Sempre per quanto riguarda le questioni sottoposte, il Sindaco ha comunque ribadito che, per l’accertamento delle responsabilità legate all’inquinamento, il Comune si è costituito parte civile nel processo Ambiente Svenduto.

Riguardo al Registro sulla mortalità il primo cittadino ha asserito di aver già provveduto a richiedere riscontro all’Asl. Da una parte, il Sindaco ha fatto presente i limiti dei poteri del suo incarico in materia di politiche industriali dall’altra, la delegazione gli ha rimarcato la possibilità di agire mediante ritiro dell’AIA, come da primo punto dell’istanza consegnata. Possibilità che il primo cittadino ha detto che verificherà quanto prima con gli uffici tecnici competenti.

Per Tuttamialacittà l’imperativo è chiaro: bisogna accorciare i tempi tecnico – amministrivi quanto prima affinchè Taranto abbia ancora una speranza. La prossima assemblea del comitato è prevista per il prossimo 27 settembre dove si parlerà di economia del mare e riconversione della città.