Si è svolto ieri l’evento finale di “Coltiva l’idea giusta!”, il concorso promosso da Make a Change e UBI Banca per promuovere l’imprenditorialità sociale nel settore agroalimentare. Lanciato lo scorso giugno, il concorso ha registrato la partecipazione di quasi 200 start up che si sono sfidate attraverso un percorso strutturato su diverse fasi di selezione. L’ultima, a metà ottobre, aveva ristretto a 5 le startup finaliste tra le quali, ieri, sono state individuate quelle che si aggiudicheranno il premio finale.

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Ad essere intervenuto, tra gli altri, è stato anche il Viceministro per le Politiche Agricole, Forestali e Alimentari, Andrea Olivero, che ha inserito l’iniziativa nel novero delle buone pratiche per la promozione dell’impresa sociale nel settore agroalimentare e ha sottolineato l’importanza di come le aziende agricole debbono essere consapevoli della responsabilità sociale che hanno anche sul territorio di riferimento.

A vincere, in realtà, avrebbe dovuto essere solo uno dei progetti; la giuria, però, presieduta da Victor Massiah, il consigliere delegato di UBI Banca, ha optato per un ex aequo finale tra Spiru Farm e Vale la Pena.

La prima ha come obiettivo la produzione di spirulina, un’alga marina che presenta eccellenti proprietà integrative proteiche naturali. Il prodotto è di grande interesse per l’intero settore dell’alimentare vegetariano e vegano, che sta conoscendo interessanti margini di crescita in questi ultimi anni, a fronte di una sempre maggiore sensibilità da parte dei consumatori in ordine ai temi etici ed ecologici. Il progetto Spiru Farm si avvale di un impianto innovativo che si basa su un concetto di economia circolare sfruttando gli output termici dell’impianto di biogas presente in azienda: da energia normalmente inutilizzata, tali output diventano vantaggio competitivo e risorsa a costo zero per la produzione dell’alga.
E’ interessante notare come le aziende che oggi producono Spirulina in Italia sono molto poche: delle 3 attualmente esistenti con un mercato nazionale solo una è Bio. Le altre, inoltre, hanno intrapreso una strategia di marketing improntata sulla distribuzione di prodotti puramente nutraceutici, con un più alto valore di mercato, ma che vengono identificate dal consumatore quasi come un farmaco e lo allontanano dalla percezione della Spirulina come prodotto naturale e prodotto agricolo alimentare, che offre una naturale percezione di consumo quotidiano ad un più ampio pubblico.

La seconda, Vale la Pena, ha l’obiettivo di realizzare un’azienda agricola sociale multifunzionale con malteria e birrificio, con annesso locale di mescita e ristorazione. La prospettiva è quella dell’inclusione sociale e professionale di detenuti, in un’ottica di replicabilità. Le statistiche, in base alle quali emerge che i detenuti coinvolti in progetti professionali riportano un rischio di recidiva estremamente ridotto rispetto a quelli che non vengono coinvolti in questo genere di progetti, testimoniano il valore sociale di un’iniziativa di questo genere. Il prodotto che verrà realizzato sarà di carattere artigianale e di altissima qualità, anche grazie a una serie di partnership strategiche attivate ad hoc. Tra queste, figurano quella con Unionbirrai e Slow Food.

Il premio finale in realtà è un vero pacchetto di servizi – finanziari e di consulenza – messi a disposizione da UBI Banca, integrati da un percorso di incubazione all’interno di Make a Cube.
I criteri adottati hanno fatto riferimento a: Impatto Sociale; Sostenibilità economica, Scalabilità, Innovazione e Capacità di comunicazione (sulla quale si è basato il voto in diretta della stampa).
«Al di là della soddisfazione per il risultato ottenuto da Vale la Pena e Spiru Farm – spiega Andrea Rapaccini, presidente di Make a Change – è stato davvero bello, interessante e stimolante registrare quanta voglia di innovazione sociale e di fare impresa c’è all’interno del settore agroalimentare. Sono queste le spinte di cui il sistema-Paese ha bisogno per ripartire. Perché è possibile conciliare mercato e valori».