Pessima qualità dell’aria, minore qualità della vita a causa di malattie e una stima di 467mila morti premature in Europa ogni anno: questi i dati del Rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016“, pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) che pone lo smog come pericolo numero uno per tutti noi.

smog407

Il documento evidenzia un miglioramento del Vecchio Continente, ma ancora troppo lento per la necessità che abbiamo di respirare aria più pulita. E questo è ancora più vero se pensiamo allo smog presente nelle aree urbane, nonostante le tante politiche in atto che promuovono soluzione più green come il car sharing, il bike sharing, la costruzione di piste ciclabili o la sensibilizzazione ad utilizzare mezzzi pubblici.

Che aria tira in Italia. Già un recente rapporto dell’UNICEF, Clear the Air for Children aveva fatto indossare la maglia nera d’Europa per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico a danno dei più piccoli, alla Pianura Padana. In particolare, in Italia ogni anno ci sono 59.500 morti premature, in tutte le fasce di età.

Le dichiarazioni
Il direttore esecutivo dell’Agenzia, Hans Bruyninckx, in occasione della presentazione del rapporto, ha commentato: “La riduzione delle emissioni hanno portato a miglioramenti nella qualità dell’aria in Europa, ma non abbastanza per evitare danni inaccettabili alla salute umana e all’ambiente. Abbiamo bisogno di affrontare la cause dell’inquinamento dell’aria, il che richiede una trasformazione radicale e innovativa della nostra mobilità, dell’energia e del sistema alimentare. Questo processo di cambiamento – ha aggiunto– richiede un’azione da parte di tutti, tra cui le autorità pubbliche, le imprese, i cittadini e la comunità della ricerca“.

Cos’è l’EEA
L’Agenzia europea dell’ambiente pone l’accento su un organismo dell’Unione Europea che si dedica alla fondazione di una rete per monitorare le condizioni dell’ambiente nel Vecchio continente. Istituita nel 1990, è operativa dal 1994 e ha sede a Copenaghen, in Danimarca. Ne fanno parte i rappresentanti dei governi degli Stati membri, un rappresentante della Commissione europea e due scienziati designati dal Parlamento europeo. Si avvale inoltre della consulenza di un board di scienziati.