Sabato 20 maggio a Genova verrà inaugurato il percorso seicentesco dell’acquedotto della Val Bisagno, riportato in vita e a disposizione della cittadinanza grazie al lavoro dei volontari del Circolo Ricreativo Sertori.
Finalmente un giornale come il nostro, che si occupa di attualità ambientale, può nominare il fiume Bisagno e la sua valle con la gioia nel cuore, senza farlo per forza seguire da termini quali alluvione, forti piogge, pericolo esondazioni o rischio idrogeologico.
Questa volta infatti chiamiamo in causa la Val Bisagno grazie al progetto lungimirante, e di ammirevole e sano ambientalismo (ndr), di alcuni cittadini che si sono rimboccati le maniche e hanno reso di nuovo agibile il percorso seicentesco a ridosso di un tratto dell’acquedotto che da secoli disseta i genovesi.
Cenni storici
Il primo acquedotto genovese risale all’epoca romana ma viene abbandonato nell’anno 1000 a causa dell’espandersi della città sulle colline antistanti il porto che la allontanarono dalla struttura. Questa nuova mappa di Genova, unita alla necessità di sfruttare salti d’acqua posizionati a quote più alte (per far funzionare le ruote dei mulini), portarono alla costruzione di un nuovo acquedotto nel XI secolo.
Nel 1600 l’acquedotto ha visto il suo maggior prolungamento verso nord, lungo la Val Bisagno, per recuperare nuove sorgenti e far fronte alla penuria d’acqua di una città che si era espansa notevolmente nei secoli precedenti e che minacciava sommosse di popolo a causa delle cisterne vuote e dell’alto costo di acquisto dell’acqua.
Ed è proprio su questo nuovo tratto che i volontari del Circolo Ricreativo Culturale Sertoli hanno ridato vita agli 11 chilometri che si snodano fra boschi, prati e le zone coltivate nel cuore della Val Geirato.
L’inaugurazione del sentiero
Il Circolo e il Cai Regione Liguria sono gli organizzatori della passeggiata di sabato 20 maggio proprio per inaugurare ufficialmente il sentiero. L’itinerario, per lo più in piano o con piccole salite, costeggia strutture di notevole rilievo e bellezza architettonica come ad esempio il Ponte sifone sul Geirato lungo più di 600 metri e composto da ben 22 arcate. Questo pontè, costruito nella seconda metà del 1700, è stato considerato per tutto l’Ottocento un’opera eccezionale sia da un punto di vista architettonico che tecnologico. Altra opera architettonica visibile è l’antico ponte sul Geirato, costruito agli inizi del 1600, e i filtri di Pino Sottano con le loro gallerie.
La passeggiata partirà dall’ Orto botanico Circolo Sertoli di Molassana per rientrare, dopo qualche ora, al punto di partenza.
L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Genova e del Municipio Media Valbisagno, a dimostrazione dell’alto valore che questo luogo ha per la città di Genova e per i suoi abitanti che potranno così tornare a calpestare un cammino creato più di quattro anni fa. Lungo il percorso saranno possibili visite facoltative alla Villa Settecentesca Durazzo (Villa Santa Caterina), alla Chiesa di San Giacomo del 1347 o all’Oratorio di San Giovanni Battista a Molassana Alta.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Circolo Ricreativo Culturale Sertoli o sulla pagina Facebook Fans acquedotto storico di genova crc sertoli