Allarme capriolo nella provincia di Siena. L’ungulato, ancor più del cinghiale, sta provocando enormi danni a tutta l’agricoltura locale.

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“Accogliamo con stupore e preoccupazione la decisione dell’Ispra di autorizzare l’abbattimento di 6 mila caprioli a fronte degli oltre 9 mila richiesti per l’anno 2016-2017”. Queste le parole del direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Gianluca Cavicchioli, che commenta la scelta dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di effettuare una riduzione sui piani di prelievo del capriolo in provincia di Siena.

“Non condividiamo in maniera assoluta questa scelta – continua Cavicchioli – che ancora una volta non tiene conto delle istanze degli agricoltori e mette a repentaglio le nostre produzioni”.

Capitolo quantificazione dei danni. Per il presidente dell’Unione Agricoltori, “i danni alle nostre attività provocati dai caprioli sono stati circa 800 mila euro solo nello scorso anno e avevamo richiesto l’abbattimento di circa il 25% dei capi presenti sul territorio”.

Secondo l’ente, infatti,  il capriolo, ancor più del cinghiale, è la specie che provoca maggiori danni ai vigneti e per questi l’intervento di abbattimento degli ungulati arriva anche con non poco ritardo.

“Avremmo davvero la necessità  e la curiosità – spiega il direttore dell’UPA –  che l’Ispra ci spiegasse il perché di questo comportamento. Alla risposta, oltre a noi, saranno certamente interessati la Regione Toscana e l’Atc Siena che ha rimarcato fortemente il proprio disappunto”.

La quota del 34%  di abbattimento dei caprioli decisa dall’ISPRA è stata ritenuta troppo bassa da tutte le realtà locali.  “Siamo al paradosso – scrive l’Atc in una nota – nell’anno iniziale della Legge Obiettivo sugli Ungulati, varata dal Consiglio Regionale della Toscana nel febbraio di quest’anno per contenere una presenza ormai insostenibile di cinghiali e di caprioli, nelle nostre campagne, universalmente riconosciuta come eccessiva per l’agro ecosistema Toscano, i Piani di prelievo del capriolo proposti dall’ATC Siena, e supportati dai censimenti annuali, sono stati purtroppo significativamente ridotti dall’Ispra”.

Il contenimento degli  animali è fondamentale per la sopravvivenza degli ecosistemi locali. Innanzitutto per l’ambiente, “perché un numero eccessivo di selvatici danneggia i boschi e gli altri animali” e poi  per gli stessi animali. Come spiega Gianluca Cavicchioli, una “debordante popolazione facilita la diffusione di malattie, mentre per i cittadini sale il rischio degli incidenti stradali”.