Domani, 9 settembre, si riunirà la Conferenza Stato-Regioni durante la quale potrebbe essere approvato il decreto attuativo dell’articolo 35 che autorizza 12 nuovi inceneritori nel Paese e che prevede che sia lo Stato a pianificare sulla gestione dei rifiuti, ponendo il veto anche su delibere e atti degli Enti Regionali (già presi in passato).
Se il decreto venisse approvato, l’incenerimento diverrebbe un’attività di recupero (anziché di smaltimento) e aprirebbe la strada alla costruzione di nuovi inceneritori (non previsti dai Piani regionali) nonché a una miriade di “ristrutturazioni” di impianti obsoleti allo scopo di bruciare rifiuti da tutta Italia.
Ecco perché più di cinquanta associazioni lombarde (WWF Lombardia, Legambiente Lombardia, Rete Rifiuti Zero Lombardia, ISDE – Medici per l’Ambiente – Ecoistituto della Valle del Ticino Onlus…) hanno fatto fronte comune con una lettera al Presidente della Regione Roberto Maroni e all’Assessore all’Ambiente Claudia Maria Terzi ed ecco perché lo stesso è stato fatto a Torino sotto la regia di Zero Waste Italy.
Una mobilitazione delle più importanti associazioni ambientaliste che oggi si ritrovano sotto alcuni dei Palazzi della Regione (Ex. Lombardia e PIemonte) per reclamare coerenza da parte delle regioni sulle posizioni espresse in passato in merito allo smaltimento dei rifiuti.
Nella lettera al Governatore Maroni, le associazioni lombarde richiedono nello specifico che venga ribadita la richiesta da parte della Regione Lombardia dell’abrogazione dell’art. 35 così come già deliberato dalla Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni (13 ottobre 2014) eliminando ogni correlazione tra il riconoscimento della qualifica R1 agli impianti di incenerimento esistenti, l’incremento della capacità autorizzata fino alla “saturazione termica” e l’estensione dell’area di conferimento dei rifiuti urbani. Le associazioni richiedono inoltre che venga evidenziata la decisione della Regione Lombardia verso la graduale dismissione degli impianti di incenerimento dei rifiuti già deliberata dalla Giunta Regionale e che venga sottolineato che la Lombardia ha deliberato per la non costruzione di nuovi.
«Il paradosso – tuonano le associazioni – sarebbe quello di avere Regioni che puntano tutto sulle buone pratiche registrando già ora obiettivi superiori al 60%-70% di raccolta differenziata (e che magari prevedono obiettivi anche superiori) e che verrebbero costrette ad accogliere rifiuti da tutta Italia al solo fine di alimentare gli inceneritori».