La campagna #DivestItaly, creata sulla scia del movimento internazionale Divestment,conquista nuovi sostegni: FOCSIV, , di cui anche Papa Francesco si è fatto testimone con l’enciclica Laudato Si’

di Priscilla Robledo

DivestItaly-Focsiv

Impegnata dal 1972 nella cooperazione internazionale e nella protezione dei diritti umani (ad oggi 73 organizzazioni operanti in 80 paesi fanno parte della Federazione), l’importante adesione di FOCSIV alla campagna #DivestItaly è motivata dall’attenzione che la Federazione ha per le popolazioni del Sud del mondo, prime vittime dei cambiamenti climatici e del modello estrattivo di sviluppo nonché dipendenti dalla produzione agricola, e quindi esposte in prima linea ai cambiamenti del clima. Gianfranco Cattai, presidente di FOCSIV, ha affermato che «E’importante scegliere una nuova finanza capace di sostenere i più poveri tutelando la madre terra. (…) Siamo determinati a promuovere il cambiamento degli stili di vita e a modificare un sistema economico-finanziario che rappresenta una delle cause del cambiamento climatico e dell’ingiustizia sociale».

#DivestItaly, rafforzata dall’adesione di FOCSIV, ha già ottenuto l’adesione dei Padri Comboniani e sta lavorando per sensibilizzare istituti religiosi ed altri enti istituzionali sull’ambiguità morale di trarre profitto dall’attività di imprese legate alle fonti fossili.

La campagna, lanciata con un flashmob davanti alla Borsa di Milano nel Novembre 2015, si propone di portare anche in Italia il movimento Divestment – Fossil Free che affronta il tema della giustizia ambientale dal punto di vista sia morale che economico-finanziario. Nata nei campus universitari degli Stati Uniti nel 2012, la campagna chiede ai leader istituzionali quali università, fondi pensione ed ordini religiosi di abbandonare i propri investimenti in società che operano nell’estrazione e nella commercializzazione di fonti fossili. Tra i maggiori responsabili dell’inquinamento dei territori e dei cambiamenti climatici in corso (con le conseguenti ricadute sulle popolazioni più vulnerabili), l’industria estrattiva di carbone, gas e petrolio è fonte di ingiustizie e ineguaglianze sociali, ed opporsi al modello di sviluppo basato sulle fonti fossili è oggi sia un dovere che una necessità, soprattutto per gli investitori istituzionali e per i soggetti che sono responsabili verso la propria comunità. Ad oggi, si sono impegnati a disinvestire dalle fossili 509 enti in tutto il mondo, fra cui organizzazioni religiose, fondazioni, enti pubblici, fondi pensione, università e ONG, per un valore complessivo di 3.400 miliardi (3.4 bilioni) di dollari.

Le campagne di divestment partono dal presupposto che se si riconosce che il presente modello di estrazione e consumo intensivo di fonti fossili è fonte di ingiustizie e disuguaglianze, allora una logica conseguenza non può che essere togliere il sostegno finanziario a quei soggetti che su tale modello fondano la propria attività e ricchezza (e trasferire gli investimenti su energie rinnovabili). Un tale strumento è stato utilizzato diverse volte nella storia recente della giustizia sociale, per esempio negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni ’80 quando 155 università ed altri enti pubblici americani hanno disinvestito da società che facevano business in Sud Africa: attaccando il sistema dell’apartheid sul piano economico ma per ragioni di ordine democratico e morale, hanno contribuito alla sua caduta.

Grazie anche all’adesione di FOCSIV, la campagna proseguirà nei prossimi mesi chiedendo alle istituzioni religiose ed agli investitori istituzionali italiani l’impegno a disinvestire dalle fossili. L’Italia infatti, insieme ad altri 154 governi facenti parti delle Nazioni Unite, ha firmato nel Dicembre 2015 l’accordo COP21 di Parigi dove si riconosce che il riscaldamento globale deve essere contenuto entro i 2 gradi celsius se si vogliono evitare le conseguenze catastrofiche, per gli esseri umani e per il pianeta, dei cambiamenti climatici. Disinvestire da sistemi energetici fossili per dare capitale alle rinnovabili è una delle strade più efficacemente percorribili in questa direzione.