È tornato in aula lo scrittore Erri De Luca, imputato di istigazione a delinquere per le frasi che giustificavano i “sabotaggi” in Val Susa. De Luca è infatti imputato davanti al giudice Immacolata Iadeluca del tribunale di Torino per via di un’intervista rilasciata all’Huffington Post il 1° settembre 2013, quando disse che la Tav Torino-Lione «Va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti», affermava in merito all’arresto di due uomini diretti in Val Susa.
De Luca è tornato in aula per ribadire le sue ragioni e quelle della Val di Susa davanti a un’aula gremita di pubblico. L’udienza è sembrata più una lezione tra letterati e linguisti sul significato della parola sabotare. Pm con fotocopie di dizionari e pubblico, accorso numeroso anche dalla Francia, con magliette nere con la scritta #iostoconerri.
Il significato della parola era già stato sottolineato in aula da Erri qualche mese e successivamente ribadito nel suo libro “La parola contraria”, appello volto a difendere l’articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di parola a tutti i cittadini. Inoltre De Luca ha proseguito: «Io sono responsabile solamente delle mie parole, non delle conseguenze sulle azioni altrui, perché non sono né un tribuno né un capopartito, il mio ruolo non è quello di smuovere militanti». E ai giornalisti ha concluso dicendo: «Il cantiere dell’Alta velocità di Chiomonte in Val di Susa non deve essere preso d’assalto. Non è il Palazzo d’Inverno attaccato dall’Armata rossa. Quel cantiere cadrà, come è caduta Gerico: sotto un coro di voci che ne abbatterono le mura».