In occasione della giornata istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 per ricordare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica, FederBio evidenzia l’importanza della biodiversità per la salute e l’ambiente.
Quest’anno la Giornata mondiale della biodiversità, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 22 maggio, per celebrare l’adozione della Convenzione sulla diversità biologica (un trattato adottato nel 1992 a tutela della varietà dei viventi) è dedicata proprio al rapporto tra la biodiversità e la nostra salute.
In occasione di questa importante giornata, FederBio lancia l’allarme sui rischi globali legati al crescente tasso di estinzione delle specie animali e vegetali.
Come ha di recente ricordato un rapporto della FAO, oggi il 75% del cibo dell’umanità è ricavato da 12 piante e 5 specie animali: anche se l’offerta commerciale si sta ampliando in molte nazioni, gli alimenti che acquistiamo e consumiamo sono sempre più omogenei. Una situazione a cui si aggiunge la preoccupante perdita di impollinatori, minacciati da pesticidi e parassiti, e sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici. È in corso quella che è stata definita la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, si calcola che entro la fine del secolo il 50% delle specie viventi saranno a rischio di sopravvivenza.
Scarica il rapporto FAO
“THE STATE OF THE WORLD’S BIODIVERSITY
FOR FOOD AND AGRICULTURE“
Cosa rischiamo (tutti!)
Secondo uno studio dell’Ipbes, il gruppo intergovernativo per la Biodiversità e i Servizi Ecosistemici delle Nazioni Unite, sono a rischio estinzione un milione di specie a causa dell’effetto delle azioni dell’uomo sugli ecosistemi. In particolare incidono negativamente: l’urbanizzazione, i metodi di sfruttamento delle terre e delle risorse naturali, l’agricoltura intensiva e l’uso di pesticidi.
La perdita di biodiversità lede gli equilibri degli ecosistemi, può favorire il progresso di patogeni e promuovere la diffusione di malattie; mina la sicurezza alimentare e riduce la varietà di nutrienti a disposizione per l’uomo; ci rende più esposti a disastri naturali e meno adattabili ai cambiamenti climatici. Senza contare che vivere il più possibile a contatto con la natura gioca un ruolo fondamentale per la salute psicofisica dell’uomo, anche negli ambienti urbani.
Contiamo su un numero ristretto di piante e animali ad alta resa, geneticamente uniformi, un’abitudine pericolosa per la sicurezza alimentare e la salute umana. La perdita di diversità genetica ci rende meno capaci di fare fronte al meglio alle sfide poste dagli eventi climatici estremi; inoltre, la ridotta varietà nella dieta ci espone a malnutrizione e malattie croniche, oltre a ridurre la disponibilità di cibi sani e piante da utilizzare a scopo medicinale.
L’agricoltura biologica svolge invece un compito molto importante nella conservazione e implementazione della biodiversità: impiega insetti utili, associati a specie vegetali spontanee, oltre a organismi vegetali e animali che vivono nel suolo e ne migliorano le caratteristiche fisico-chimico-biologiche.
Lo “Stato della biodiversità mondiale” è il tema al centro del rapporto presentato recentemente dalla FAO. Lo studio rileva preoccupanti segnali sulla biodiversità che sta scomparendo, mettendo a rischio il futuro dell’uomo e dell’ambiente. La FAO suggerisce alcune indicazioni per invertire questo processo, tra le quali l’adozione di pratiche e approcci compatibili con la biodiversità come l’agricoltura biologica, la gestione integrata dei parassiti, l’agricoltura conservativa, una gestione sostenibile del suolo e l’agro-ecologia.
«Come sottolinea il rapporto FAO sulla biodiversità, che ha analizzato gli ultimi dati globali di 91 paesi, è già iniziata quella che viene definita la sesta estinzione di massa: le specie animali e vegetali stanno scomparendo a ritmi sempre più accelerati e la causa dipende principalmente dalle azioni dell’uomo. Per fortuna possiamo ancora cercare di invertire la rotta attraverso azioni concrete come l’implementazione di un modello agricolo agroecologico che limiti l’uso dei pesticidi. Ritengo che l’agricoltura biologica e biodinamica possano dare un contributo concreto per arginare la perdita di biodiversità e salvaguardare l’ambiente rispondendo contemporaneamente alle sfide del cambiamento climatico», ha affermato Maria Grazia Mammuccini dell’Ufficio di Presidenza FederBio.