Il Leopold Museum di Vienna ha inclinato 15 delle sue opere di tanti gradi quanti potrebbero essere quelli dell’innalzamento della temperatura a causa del cambiamento climatico nei luoghi raffigurati nei dipinti.
La protesta del Leopold Museum di Vienna
Siamo abituati a vedere gli attivisti imbrattare le opere dei musei, ma questa volta è uno di questi musei a stupirci con la sua iniziativa. Un museo a Vienna ha davvero inclinato 15 delle sue opere d’arte più iconiche per protestare e riflettere sul problema del cambiamento climatico. Lo scopo del Leopold Museum, situato nella capitale austriaca, è quello di far comprendere ai suoi utenti quali siano i possibili effetti del cambiamento climatico sui paesaggi raffigurati sui dipinti in questione.
I dipinti rimarranno in questa posizione leggermente inclinata fino al 26 giugno nell’ambito di un’azione intitolata: “A few degrees more – will turn the world into an uncomfortable place”. Il gioco di parole si spiega facilmente: la leva è sui gradi, termine che si riferisce sia all’unità di misura degli angoli che a quella della temperatura. Di tanti gradi (celsius) potrebbero aumentare le temperature, di tanti gradi (degli angoli) i quadri sono inclinati
Le opere sono di Gustave Courbet, Egon Schiele e Gustav Klimt e ritraggono luoghi iconici per l’arte, come la costa normanna e la regione austriaca dell’Attersee, che però potrebbero presto mutare sotto l’azione di questo problema sempre più pressante e al quale sembra che i governi di tutto il mondo non vogliano trovare una reale soluzione.
Per arrivare a determinare l’entità di questa inclinazione, il museo ha collaborato con una rete di ricerca sul clima con sede a Vienna, il Climate Change Center Austria.
Il direttore del museo, Hans-Peter Wippinger, ha dichiarato che: «I musei preservano e trasmettono il patrimonio culturale alle generazioni future e hanno il potenziale per farlo. Possono influenzare positivamente le nostre azioni e rendere le persone consapevoli dei fenomeni sociali. Pertanto, se l’iniziativa di un museo riesce a fare breccia nel cuore (e nella mente) anche solo di alcuni visitatori, allora possiamo dire che abbiano fatto centro». Ha inoltre aggiunto che «il museo è di supporto agli sforzi del movimento per il clima».
Lo scorso novembre, gli attivisti hanno rischiato di danneggiare un quadro di Klimt al Leopold Museum di Vienna
Singolare il fatto che lo stesso Leopold Museum fosse stato protagonista di un’azione (questa volta dannosa) di alcuni membri del gruppo Last Generation Austria. Questi lo scorso novembre gettarono un liquido nero e oleoso sul dipinto di Klimt del 1915 ”Morte e vita”. Inoltre, un manifestante si era incollato al vetro che proteggeva la cornice del dipinto. Fortunatamente, tuttavia, l’opera d’arte non ne ha risentito.
E proprio quella fu l’occasione per il direttore del museo per invitare gli attivisti a cercare altri modi per far conoscere le loro preoccupazioni. Il direttore aveva infatti sostenuto che quello contro cui protestavano era giusto, ma il metodo scelto era totalmente sbagliato e non avrebbe aiutato a raggiungere i propri obiettivi.
Ora il direttore Hans-Peter Wippinger ha sicuramente trovato un modo migliore e molto più convincente per parlare di cambiamento climatico e scuotere le coscienze.