Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta del Comitato la Goccia e sospende i lavori della cosiddetta bonifica di Bovisa. «Adesso vogliamo vera progettazione partecipata».
«Duole osservare – afferma il Comitato La Goccia – che tutti gli argomenti esposti nel ricorso al Consiglio di Stato erano stati preliminarmente, lungamente e ripetutamente esposti dal Comitato ai responsabili politici e tecnici del procedimento (gli ex assessori Ada Lucia De Cesaris e Alessandro Balducci e il responsabile Mario Lagorio) senza ottenere nessun riscontro positivo e che per fermare un procedimento di cosiddetta bonifica palesemente in contrasto con le procedure di legge e con i criteri di logicità, economicità e tutela ambientale (che dovrebbero guidare la pubblica amministrazione) si sia dovuto ricorrere alla suprema giustizia amministrativa».
Queste le parole di chi da anni lotta per bloccare la speculazione edilizia che incombe sull’area dei Gasometri di Milano Bovisa (chiamata anche Goccia per la caratteristica forma sulla mappa). All’interno del Comitato La Goccia si incontrano urbanisti, agronomi, giornalisti, ricercatori, artisti e semplici cittadini tutti animati dalla volontà di contrastare la quasi totale cementificazione dei quaranta ettari prospicienti alle Officine del gas dismesse. Una battaglia che BioEcoGeo ha seguito da anni e quindi una vittoria anche per noi.
[dropcap]I[/dropcap]l Comitato chiede ora con ancora maggior fermezza che si proceda rimettendo le cose al loro posto, partendo da un progetto generale di bonifica fondato su un piano urbanistico per l’intera area. «Questo piano urbanistico – continuano gli esponenti del Comitato – è il punto di partenza (finora omesso o comunque non reso noto) che dovrà essere costruito tramite un processo di vera e piena interlocuzione politica tra Amministrazione e Cittadini. Non si tratta infatti di un’area qualsiasi ma di una delle principali valenze urbanistiche ancora libere e della più grande risorsa di verde urbano e di archeologia industriale di Milano e dell’area milanese, che dunque va conservata gelosamente e totalmente attivando un processo di progettazione partecipata e di condivisione a scala metropolitana».