20 agosto 2009 a Ciudad Juárez, Messico, 33 paia di scarpe rosse disposte a terra. Elina Chauvet è l’artista che ha dato inizio al cammino simbolico di tutte quelle donne vittime di violenza, nel mondo.

L’arte stimola riflessioni, e quindi un cambiamento nella mentalità. Aiuta a portare fuori le vittime del silenzio – Elina Chauvet.

Il 25 Novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fu istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La data è a memoria di un evento accaduto negli anni ’60 quando furono uccise le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.


Daniela Carrasco
, 36 anni, attivista attrice di strada cilena violentata, torturata, assassinata da carabinieri in Cile e appesa ad una ringhiera per simulare un suicidio da impiccagione. La sua morte, avvenuta il 20 Ottobre 2019, si incornicia nelle proteste che da mesi animano il Cile.
Il casus belli è stato l’aumento del prezzo del biglietto della metro di Santiago del Cile del 3,7%. Le proteste, cominciate a metà ottobre, sono contro il governo di Sebastiàn Pinera e le forti diseguaglianze del paese, il carovita, e la privatizzazione selvaggia. I cileni chiedono un
cambiamento radicale del sistema, un modello politico istituzionale che non è rappresentativo. Albertina Martínez, 38 anni, fotografa freelancer celebre per i suoi scatti durante le proteste in Cile. Il 23 Novembre è stata resa nota la notizia della sua morte, dopo che le hanno rubato la macchina fotografica con cui ha immortalato le proteste. Il movimento NIUNAMENOS chiede chiarezza e giustizia.

 

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Giustizia, finalmente, è stata fatta in Spagna. Era l’estate del 2016, festa di San Fermin a Pamplona. Violenza di gruppo “la manada” su una ragazza di 18 anni per opera di 5 uomini. Condannati nell’aprile 2016 solo a 9 anni di carcere per abuso sessuale, poi scarcerati nel giugno 2018 ottenendo libertà su cauzione. Oggi, in maniera definitiva la Corte Suprema li condanna a 15 anni per stupro di gruppo.

 

Mônica Benício, giornalista e scrittrice, attende chiarezza e giustizia sulla morte della sua compagna Marielle Franco. Brasile, la consigliera comunale Marielle Franco viene uccisa a Rio de Janeiro il 14 marzo del 2018. Marielle
era nera, lesbica e femminista. Cresce nel Complesso do Maré nelle favelas a Rio, si laurea alla facoltà di sociologia grazie ad una borsa di studio. Viene eletta consigliera comunale (Partito socialismo e libertà PSOL) nel 2016, a 39 anni. Lotta per far approvare leggi che aiutassero madri, donne, neri, gay, abitanti delle aree più degradate e vittime di violenza per aiutarli a superare quelle stesse barriere che ha affrontato lei. La corruzione politica è tale che a 19 mesi dal suo omicidio non si sa ancora chi sia stato il mandante. Mônica Benício era la sua compagna e dal giorno della sua morte ha continuato “Nel nome di Marielle”
ad indagare sulla morte di Marielle, astro nascente della politica brasiliana che si è battuta per i diritti umani.

 

 

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Liliana Sagre, nasce a Milano da famiglia laica, il suo essere ebrea si è materializzato, per opera delle leggi razziali fasciste del 1938, quando venne espulsa dalla scuola che frequentava. A 13 anni inizia a lavorare all’interno dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau; è tra i 25 bambini sopravvissuti alla liberazione nel maggio del 1945. Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricadeva l’80º anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente della Repubblica Mattarella la nomina senatrice a vita per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel sociale. Come primo atto legislativo, il 18 Ottobre 2019, ha proposto l’istituzione di una Commissione contro l’odio, una commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Di contro, lo scorso 7 Novembre, a seguito di continui e crescenti minacce e accuse è stata messa sotto scorta. Un paradosso per chi, come lei, è sopravvissuta alla Shoah, e si è battuta per la libertà delle persone.

 

Oggi, 25 Novembre, è l’inizio dei sedici giorni di attivismo contro la violenza e l’odio, che hanno lo scopo di sensibilizzare e spingere ad agire per il cambiamento. I sedici giorni di attivismo si estendono fino alla Giornata dei diritti umani del prossimo 10 dicembre, istituita nel 1948 dall’ONU.
Sono numerose le attività di sensibilizzazione nelle piazze e online, attraverso flashmob, opere d’arte, manifestazioni pacifiche, documentari, panchine rosse, mostre, articoli (come questo ndr) e molto altro.

  • We Go! (Women Economic and Growth Opportunity), progetto di sensibilizzazione di ACTION AID
  • Wall of Dolls – Il muro delle bambole, installazione a Milano in cui ognuno potrà lasciare la propria bambola per ricordare le vittime degli abusi.
  • Uomini che amano le donne, è il nome della fiaccolata che dalla panchina rossa di Granarolo (Bologna) partirà e vedrà in prima linea gli uomini contro quegli uomini che usano violenze e molestie contro le donne.
  • Come rami intrecciati, mostra fotografica alla Casa della Memoria e della Storia di Roma. L’associazione culturale scatto libero si occupa di portare la fotografia in carcere e in altri contesti socialmente fragili.
  • Lenzuolo SOSpeso, performance interattiva a Napoli promossa dall’artista Silvia Capiluppi attraverso la quale i partecipanti all’iniziativa ricamano con un filo rosso il nome di una donna vittima di violenza a cui vogliono dedicare un ricordo.
  • Spunti di Cambia-Menti, performance rivolto ai detenuti della Casa Circondariale Antonio Lo Russo Pagliarelli di Palermo.

E TU COSA FARAI PER STIMOLARE RIFLESSIONI E CAMBIAMENTO?