Non si marcerà per il clima a Parigi, né il 29 né il 12 dicembre. Attese migliaia di persone a Roma sabato pomeriggio per la #marciaperilclima

Dopo gli atroci eventi dello scorso 13 novembre di Parigi, le autorità francesi hanno deciso di bloccare tutte le manifestazioni per il clima nella capitale francese. Sia prima che dopo la COP21, dove 193 nazioni cercheranno di siglare un accordo per fermare il cambiamento climatico.
Una decisione storica per la democratica Francia, la cui identità fonda sulle manifestazioni di dissenso e sulla libertà di pensiero.
Alice Jay, Campaign Director di Avaaz, aveva ribadito la volontà di vedere il movimento per il clima francese poter partecipare, il 29 novembre, alla Global Climate March, la Marcia Mondiale per il Clima che si terra in 150 città per richiedere ai capi di stato di intraprendere azioni decise e coraggiose nei negoziati sul clima, che aprono il 30 di questo mese nella capitale francese. Purtroppo la prefettura ha preferito perseguire la linea dura.
Confermato invece l’evento a Roma, che arriverà alle 17 ai fori imperiali, dove parleranno le varie anime della Coalizione Italiana per il Clima e si susseguiranno concerti, con Bandabardò, Dolcenera, Meganoidi, Têtes de Bois, Kutzo e Sandro Joyeaux. Così i parigini hanno lanciato un appello a tutto il resto del mondo: “Marciate anche per noi”, e in solidarietà con tutti coloro che in diverse aree della Terra sono stati colpiti da attentati terroristici.
Secondo Nicolas Haeringer, di 350.org Francia, «La tragedia parigina ha solo rafforzato la nostra volontà. Il movimento per il clima è sempre stato un movimento per la pace».
Ma tantè che nemmeno il 12 dicembre le piazze francesi saranno aperte ai cittadini. Precauzione, prevenzione o un’occasione per evitare critiche e manifestazioni per uno degli eventi politici che segnerà la carriera di Hollande, in rapida crescita nei consensi?
La scelta di non autorizzare l’evento farà sicuramente scattare frizioni con i movimenti ambientalisti, dato che una parte degli attivisti ha dichiarato di voler procedere con azioni, anche simboliche, nelle strade di Parigi.
Quel che è certo è che gli attacchi operati dai terroristi affiliati all’ISIS hanno distolto l’attenzione mediatica da uno degli eventi fondamentali per garantire un pianeta migliore. Lo svolgimento degli incontri negoziali e delle manifestazioni deve svolgersi come stabilito. Magari con controlli più serrati del solito, più perquisizioni e più polizia nelle strade. Ma bloccare il dissenso civile, significa veramente il rafforzamento di uno stato di polizia a discapito di uno di diritto. Non sono i terroristi che vincono, sono i cittadini che si autosconfiggono.