La Grecia è sull’orlo del default. L’Ucraina con l’aiuto degli Usa è in pratica in guerra con la Russia. L’Europa è sempre più divisa e deve fare fronte all’onda dei movimenti anti austerity e protezionisti. È in questo clima di fuoco che si sta svolgendo il summit del G7 a Dresda .

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I volti dei leader del G7 di Dresda sui palloni aerostatici della città. Foto Reuters

I Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G7 si sono incontrati al Castello di Elmau, per consultarsi su temi di economia mondiale, politica estera, della sicurezza e dello sviluppo ma anche per discutere della Conferenza ONU a Parigi per la difesa del clima e dell’Agenda Post 2015. Sicuramente l’incontro è più incentrato sui temi economici e finanziari, però anche il tema ambientale dovrebbe essere al centro dell’ordine del giorno, visto che la Conferenza di Parigi di dicembre è l’ultimo momento utile per un nuovo accordo globale sul clima.
Nella cornice della Presidenza tedesca del G7 la Cancelliera Angela Merkel sa che cosa stiamo rischiando: ha una formazione scientifica e ha contribuito a raggiungere il primo accordo globale sul clima.
Con lei, la Germania ha ottenuto risultati record per l’energia pulita, nonostante la resistenza dell’industria del carbone.
Ora che è l’organizzatrice del G7 ha la possibilità di stabilire obiettivi ambiziosi per la Conferenza di Parigi. Ma al contrario, sembra voglia cedere alle pressioni di Paesi come Canada e Giappone e, per paura di un fallimento politico, non sta facendo tutto il possibile per convincere i leader di tutto il mondo ad agire. Avaaz ha lanciato la petizione per il 100% di energia pulita per convincere la cancelliera  a rinunciare ad altri compromessi al ribasso e ad essere ambiziosa negli accordi.
Gli addetti ai lavori continuano a dire che la voce che manca nel dibattito è l’opinione pubblica. È per questo che serve una mobilitazione globale con il sostegno record di 3 milioni di cittadini, che possa far capire ai leader del G7 che dobbiamo passare al 100% di energie pulite entro la prossima generazione, non il prossimo secolo.

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