«Un Big Mac all’ombra del Duomo, in pieno centro storico di Firenze? Parliamone». Questa pare sia stata la risposta in un primo momento dell’amministrazione comunale del capoluogo toscano, in particolare dell’Assessore allo Sviluppo Economico Bettarini.

No McFirenze

Una risposta che contraddice la stessa giunta che qualche tempo fa aveva imposto il km 0 ai negozi alimentari e ristoranti del centro. «Dobbiamo valutare il tipo di offerta commerciale e la rispondenza alle regolamentazioni – specifica l’Ass. Bettarini – McDonald’s ha presentato domanda di deroga rispetto al regolamento a tutela del tessuto commerciale del centro storico nella parte in cui prevede l’obbligo di utilizzo di una notevole percentuale di prodotti di filiera corta e del territorio. McDonald’s ha presentato anche una serie di specifiche del progetto che intende effettuare in piazza del Duomo: lo spazio non avrà caratteristiche da fast food ma sarà un ristorante con servizio al tavolo e ci saranno spazi culturali, come una libreria e servizi di informazione per il cittadino. Elementi che riteniamo validi a elevare l’offerta per la cittadinanza».

In un’intervista a Controradio, Bettarini ha spiegato la rilevanza delle trattative in corso tra l’amministrazione comunale e la società e ha ribadito:«Il fatto che una grande catena multinazionale come McDonald’s abbia ritenuto di offrire un modello particolare di ristorazione per la città di Firenze grazie al nostro regolamento è un grande successo per questa amministrazione». Per quanto riguarda le insegne, sarà la Sovrintendenza a valutarne con attenzione le caratteristiche e l’adeguatezza con il resto del contesto storico.

[dropcap]C[/dropcap]apirete bene che le dichiarazioni dell’assessore non hanno rassicurato i cittadini fiorentini che hanno subito reagito anche sui social, collezionando più di 16mila like alla pagina dal nome incontrovertibile “NO al mcdonald’s in piazza duomo e al degrado del Centro”, i cui organizzatori sono impegnati in questi giorni a pubblicizzare il “Lampredotto Pride”, di scena il 13 luglio in piazza Duomo per dire No al cibo spazzatura o, comunque, lontanissimo dalle tradizioni toscane. La mobilitazione cittadina è stata accompagnata anche da una serie di discussioni politiche in merito, che hanno portato questa settimana ad un consiglio comunale ad hoc e hanno coinvolto anche il Sindaco Nardella, il quale ha ribadito il suo No alla richiesta della multinazionale dei fast food, smentendo il suo stesso assessore.
Il primo cittadino ha però scritto sulla sua pagina FB, qualche giorno fa, una dichiarazione che sa tanto di giustificazione: «Tanto per fare chiarezza. Io sono contrario all’apertura di un Mc Donald’s in piazza del Duomo. Non è coerente con la nostra battaglia che da anni conduciamo contro fast food e mini market per la tutela della tradizione e dell’identità della città. I sindaci hanno da alcuni anni le armi spuntate a causa delle leggi sulle liberalizzazioni che rendono molto facili le aperture di nuovi esercizi commerciali. Ciononostante, faremo tutto quello che possiamo per evitare questa apertura». Come dire “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…”

In tutti i casi, per ribadire il suo no, durante il Consiglio Comunale, il sindaco ha anche rivolto un appello agli imprenditori fiorentini affinché, nello stesso spazio dove potrebbe sorgere il Mc Donald’s, «si faccia invece nascere una bottega artigiana o un’attività che rispetti i criteri di qualità richiesti da uno spazio come Piazza del Duomo”. Ha poi sottolineato come «non esista certo un pregiudizio verso l’azienda, che ha tranquillamente aperto in altri posti della città, come la stazione».
Ma, prontamente, Nardella ha anche spiegato che, in assenza di una normativa nazionale, «Il regolamento Unesco per la tutela del tessuto tradizionale delle botteghe del centro storico è un argine necessario ma non sufficiente: il decreto Franceschini in corso di approvazione, che ha ad oggetto la protezione dei centri storici e vedrà probabilmente la luce dopo l’estate, conferirà al regolamento forza nazionale. Entro breve potremo così combattere questa battaglia con armi meno spuntate di adesso».

Ai posteri l’ardua sentenza.