Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi. Ernest Hemingway
Parigi è verde, Parigi è viva, Parigi è amore, Parigi è arte. Parigi è luce, Parigi è voce, Parigi è aria, Parigi è respiro, Parigi è vita, Parigi è oggi-ieri-domani. Parigi è il tutto che ci avvolge, il verde che ci manca, il respiro che ci affanna, l’amore che ci insegue, gli inizi della primavera che sboccia.
Ho vissuto a Parigi alcuni anni, quanto basta per portarne nel cuore colori e sensazioni. Ma, soprattutto, per ricordarne i giardini, le passeggiate nei vialetti alberati e fioriti o la lettura, sulle panchine, delle intense e romantiche poesie di Jacques Prévert. Con lui ho viaggiato tanto. In quei parchi curati, ho visto bambini giocare, colleghi rilassarsi durante la pausa pranzo, innamorati sussurrarsi dolci parole, giardinieri accarezzare candide rose, turisti sorseggiare acqua fresca, venditori distribuire gelati, ambulanti vendere giornali. Ho osservato lettori assorti, per ritrovarmi fra le loro pagine, per perdermi nei loro sogni e pensieri, per aiutarli a scoprire finali di storie d’amore e di polizieschi intriganti. Li ho guardati da lontano, ad alcuni ho portato un fiore.
La natura è immersa nella città, spesso curata, domata dalle abili mani dell’uomo ed elegante come nel Jardin du Luxembourg, ma talora anche indomita, come nel Jardin Sauvage di Montmartre. Ci sono poi il meraviglioso Jardin des Tuileries, imperioso, severo, squadrato e geometrico, i fiori colorati e solari della passeggiata sull’avenue degli Champs-Elysées, i vicini giardini del Louvre, il Bois de Boulogne o il Parc de Bagatelle, creato dall’architetto Belanger. Posti unici.
Vogliamo condurvi per mano in una passeggiata fatta di immagini ed emozioni, con una carrellata fotografica che parlerà da sola. Ci perderemo fra i chioschi di tempi passati, i cancelli intarsiati come merletti, dalle alte, possenti e nobili punte dorate, le cascate zampillanti, le nuvole che scompaiono, i laghi, i cespugli e le farfalle racchiuse in cornici di vetro, quasi a voler osservare, immobili, lo scorrere del tempo e l’immutabilità dei luoghi. Un tempo fermato lì, per noi. Qui ci perderemo fra le ali di una farfalla forse scappata da un libro, da una pagina di pergamena.
Fotografie di Simonetta Sandri