Le piante viaggiano e grazie ai loro “movimenti” abbiamo non solo l’opportunità di gustare e conoscere cibi che vengono da molto lontano, ma anche spezie, medicine e materie prime. Sempre grazie alle piante possiamo conoscere culture e tradizioni dei popoli che da secoli le coltivano e le cucinano in molti modi differenti.

Secondo Telmo Pievani, professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università degli studi di Padova e Andrea Vico, giornalista e divulgatore scientifico, le piante ci aiutano anche a capire il presente per affrontare meglio il futuro.

Ed è proprio da questa convinzione che è nato Piante in viaggio, il libro per ragazzi ambientato in un grande e variopinto mercato all’interno del quale nonno Bruno accompagna la nipotina Giulia in un viaggio che toccherà paesi diversi e molto lontani tra loro, ma tutti accomunati dalla passione e dalla devozione dei loro abitanti (i gestori dei banchi del mercato) per le piante, i frutti e gli ortaggi.

Telmo Pievani (a sinistra) Andrea Vico (a destra) con il volume Piante in Viaggio
Telmo Pievani (a sinistra) Andrea Vico (a destra) con il volume Piante in Viaggio

Abbiamo intervistato Andrea Vico che ci ha svelato i retroscena dell’interessante viaggio tra i banchi di uno dei più grandi, colorati e multiculturali mercati d’Europa.

Per prima cosa, vorrei sapere dov’è il Mercato Grande. Voglio andarci subito! Scherzi a parte, esiste un mercato che vi ha ispirato nella scrittura del libro?

Il Mercato Grande esiste davvero ed è il mercato di Porta Palazzo a Torino, che ha avuto l’evoluzione descritta nel prologo del libro. È un mercato che frequentavo da bambino, con mia nonna, negli anni Ottanta, e che ho continuato a frequentare nel tempo, da ragazzo e poi da adulto, vedendolo trasformarsi gradualmente, con l’arrivo delle diverse comunità di immigrati, nella realtà di oggi.
Un luogo multietnico che, con le sue 1.000 bancarelle, è il mercato ortofrutticolo all’aperto e stabile tutti i giorni più grande d’Europa

 

BioEcoGeo_piante-in-viaggioDa dove nasce l’esigenza di scrivere un libro per ragazzi proprio su questo tema?

La risposta è duplice.
Ai ragazzi occorre raccontare storie scientifiche che offrano, attraverso dati certi, nuovi strumenti di valutazione e di interpretazione del mondo in cui vivono. Oggi soffriamo di una grave perdita di biodiversità per via del consumismo e dello stile di vita di chi abita in Occidente. Abbiamo incentivato le monocolture e continuiamo a farlo nonostante ci siano mille evidenze che è una modalità negativa per la natura. Continuiamo a produrre cibo lontano da dove viene poi consumato, con grande dispendio di energia e poco rispetto per i ritmi della natura, per il suolo e per i lavoratori, e questo cibo viene spesso sprecato. Inoltre ci agganciamo a “tradizioni” che, a ben vedere, sono artificiose: il mais della padanissima polenta viene dal Messico, così come il pomodoro, simbolo della pizza napoletana. Tutto quello che noi siamo è frutto degli scambi e dei viaggi delle piante. Chi si mescola vince, chi si isola perde… è la storia naturale del mondo che ce lo insegna.
Il secondo motivo che ha portato alla stesura del libro è un compleanno importante, che si festeggerà nel 2022: gli 800 anni dell’Università di Padova, che possiede e tutt’ora tiene vivo come luogo di ricerca il più antico Orto botanico universitario del mondo. “Piante in viaggio”, come gli altri 7 titoli della collana a cui Editoriale Scienza sta lavorando, vuole celebrare il sapere dell’Orto botanico e dell’Università patavina, ed è realizzato proprio in collaborazione con queste due realtà d’eccezione.

 

A un certo punto del libro dite “La biodiversità è ricchezza ma soprattutto garanzia di salute”. Sarebbe bello poter (e saper) utilizzare almeno un decimo di quelle tremila specie di patate.

Ogni pianta, ogni frutto è portatore di una storia, di una ricchezza biologica. L’adattamento di una specie in un determinato habitat, e la diversità che ne deriva rispetto ai “cugini”, è un vantaggio: se un “cugino” scompare, non scompare l’intera stirpe. A fine Ottocento, sulle Alpi c’erano un centinaio di specie diverse di mele, mentre oggi sono meno di trenta, e questo perché le regole del mercato (frutti tutti uguali, dello stesso colore, della stessa consistenza, del sapore gradito al consumatore…) hanno indotto i coltivatori a spingere su alcuni alberi e ad abbandonarne altri. Il vantaggio di coltivare, invece, più specie non è solo dal punto di vista dell’alimentazione, ma anche per tutti i contributi che ogni pianta può dare, come ad esempio in campo farmaceutico, e per il materiale che se ne può ricavare (tessuti, legname, coloranti, cibo per animali…).

 

Nel libro accennate alle nuove diete, alcune delle quali piuttosto discusse. Pensate che sia necessario trasferire un messaggio in merito fin dalla giovane età?

Noi occidentali viviamo in un’epoca dove siamo decisamente sovralimentati e i bambini che nascono oggi sono molto più a rischio di obesità rispetto a 40-50 anni or sono, il che può implicare aumento di incidenza delle malattie cardiocircolatorie o del diabete in età adulta. Dieta vuole dire alimentarsi in modo vario con quantitativi adeguati al momento della crescita e allo stile di vita. Ogni dieta che estremizza questo concetto o che crea uno “storytelling” più incentrato sull’esotico che su indicazioni scientifiche è da biasimare.

Piante in viaggio già ci era piaciuto molto, ma ora, dopo le parole di uno dei due autori, Andrea Vico, non possiamo che consigliarlo come un’ottima idea di regalo natalizio per ragazzi (e adulti!) curiosi di scoprire il mondo.

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