«Il catastrofico report dell’Ipcc tiene banco in tutto il mondo, ma in Italia è stato pressoché ignorato. Un buco clamoroso? No, la verità sembrerebbe piuttosto essere che le redazioni delle principali testate italiane non abbiano capito nemmeno di cosa si tratti. E lo abbiano distrattamente ignorato». Così tuona Emanuele Bompan, giornalista che da anni segue il tema del cambiamento climatico, dopo la presentazione dell’ultimo Report dell’Ipcc, (Intergovernmental panel on climate change) “Global Warming of 1,5°C”.
Durante la storica COP21 del 2015, 193 paesi hanno siglato l’Accordo di Parigi, pietra miliare per la lotta al cambiamento climatico in cui si gettavano le basi per contenere le emissioni di gas serra, puntando a un riscaldamento medio del pianeta di massimo 2°C, con l’ambizione di abbassare l’obiettivo 1,5°C.
Oggi, su richiesta degli stessi stati, 91 scienziati (provenienti da tutto il mondo e con più di 6000 referenze) hanno elaborato un rapporto speciale sugli impatti che comporterebbe un aumento delle temperature di 1,5° in confronto al limite massimo dei 2°.
«Niente orsi polari: qua si tratta di sapere se i vostri nipoti vedranno o meno Venezia, scieranno a Cortina (o in qualsiasi comprensorio delle Alpi), berranno il Brunello di Montalcino fatto in Norvegia (vino e caffè sono i prodotti più tutti esposti al climate change) e avranno ancora la casa comprata da nonno con tanta fatica o sarà stata devastata da un’inondazione» continua Bompan sulle pagine de Linkiesta.
Per contenere il surriscaldamento globale entro l’1,5° sono necessarie misure drastiche e immediate che puntino alla decarbonizzazione dell’economia, attraverso un serio e definitivo abbandono della produzione di energia da fonti fossili, una nuova mobilità, l’efficientamento del patrimonio immobiliare e la diminuzione delle emissioni di CO2, principale gas serra. E se non ci riusciremo?
«Pensate a milioni di morti in più per carestie, – continua il giornalista che da anni scrive di Global Warming su BioEcoGeo – nuove ondate migratorie, invece che sviluppo degli stati più poveri. Mortalità infantile in crescita. Meno diritti per donne e minoranze. Vite umane perse. Se siete cinici e valutate ogni cosa in dollari: migliaia di miliardi buttati a causa degli impatti più acuti del cambiamento climatico: uragani, siccità, alluvioni, innalzamento dei mari».
I capi di governo si riuniranno il prossimo dicembre per la 24esima Conferenza sui Cambiamenti Climatici, a Katowice (nel cuore carbonifero della Polonia). In quell’occasione dovranno riesaminare il Trattato di Parigi e darsi questo rapporto sarà un punto di riferimento importante.