Il collettivo di produzione artistica Ateliersi presenta la nuova opera di Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, un mockumentario sulla giustizia climatica e un esperimento di sostenibilità e accessibilità teatrale.
WE DID IT! viaggia infatti su un veicolo elettrico ed è disponibile sia nella versione per i palchi teatrali sia nella formula en plein air, che vede il furgone convertirsi in un palco autoalimentato ad energia solare.
WE DID IT! sarà ospitato in anteprime site specific il 14 settembre alla Borgata Paraloup (CN) e il 18 settembre per l’inaugurazione della serra madre a Le Serre dei Giardini di Bologna, e debutterà in modalità en plein air all’Arena Orfeonica di Bologna il 28-29 settembre durante l’Opening dell’Atelier Sì 2024/25 e nell’ambito della XVI edizione di IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile. Da lì partirà la tournée itinerante che percorrerà varie tappe in Italia.
Frutto di una scrittura scenica originale che affronta le grandi questioni della giustizia climatica e sociale, lo spettacolo è ambientato in un futuro prossimo: la figura in scena ci accompagna lungo i sentieri che ha percorso con i suoi contemporanei per superare alcune delle crisi che oggi compromettono la permanenza della vita sulla Terra.
WE DID IT! non si limita ad immaginare l’applicazione di soluzioni futuribili ma le mette in pratica, modificando la struttura stessa del meccanismo di distribuzione teatrale in funzione di un adattamento climatico. Lo spettacolo viaggia infatti su un furgone 100% elettrico che, oltre ad essere impiegato per gli spostamenti della compagnia e della scenografia, sarà utilizzato come luogo di rappresentazione mobile. Il veicolo è stato attrezzato, tramite un sistema di pannelli solari montati sul tettuccio, per produrre – durante il viaggio – l’energia elettrica necessaria a far funzionare gli impianti tecnici.
I contenuti dell’opera nascono sia da un lavoro di ricerca artistica sulla letteratura di settore e sui materiali documentari sia dallo studio dei movimenti per la giustizia climatica e dal confronto diretto con gli e le esperte ambientali, tra cui il gruppo di ricerca Reimagining mobilities. Attraverso la formula del falso documentario che sovrappone realtà e finzione, lo spettacolo attraversa alcune questioni centrali del mondo contemporaneo – dall’ingiustizia climatica alla guerra – condividendo scenari in cui le persone hanno sviluppato relazioni più armoniche tra loro e con le altre entità che vivono sul pianeta. Giocando sulle interferenze tra fatti realmente accaduti, possibilità attuabili ed esperienze finora solo concepibili, lo spettacolo si fa documentario ipotetico per sgretolare il Paradigma TINA (There Is No Alternative).
Queste immaginazioni di futuro si inseriscono in un‘architettura sonora originale – elaborata insieme al compositore Vincenzo Scorza – che partendo dalla rielaborazione delle Quattro Stagioni di Vivaldi si compone per progressive stratificazioni emotive, e vengono condivise attraverso una ricerca sul linguaggio che rifugge dall’appiattimento linguistico sulle parole d’ordine delle politiche ambientali mettendo a fuoco nuovi modi di esprimersi più immaginifici e radicali.
Il furgone elettrico è un prototipo unico nel suo genere, nato grazie alla collaborazione con la Startup Xyber Energy Solutions e Il contributo del Ministero della Cultura attraverso il Bando TOCC/Next Generation EU sulla transizione ecologica degli Organismi Culturali e Creativi.
Un oggetto proveniente proprio da quel tempo futuro in cui è ambientato lo spettacolo, e che entra a farne parte in senso metateatrale. Nel tempo futuro di WE DID IT!, infatti, le metropoli sono più vivibili, gli antichi insediamenti hanno ripreso vita, le coltivazioni e gli allevamenti intensivi sono stati ripensati a favore di centri di produzione più diffusi e sostenibili. Connettendosi a un’antica tradizione, il teatro viaggiante acquista così un nuovo senso e il furgone entra a far parte di una tradizione futura di carovane a basso impatto che portano il teatro più innovativo anche nei luoghi più lontani dai grandi centri di produzione e fruizione artistica.
«Questo progetto – raccontano Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi – ci dà la possibilità di ripensare il nostro lavoro e quindi anche il nostro modo di vita, sperimentando l’esperienza del viaggio con la grazia che un mezzo elettrico suggerisce. Ma WE DID IT! risponde anche a una questione con cui ci confrontiamo da tempo nella nostra esperienza ventennale all’interno del teatro contemporaneo. La modalità itinerante risponde infatti al bisogno di rendere accessibile il teatro di ricerca contemporanea a nuovi pubblici che non vivono necessariamente al centro di grandi città ad alto tasso educativo. È la nostra risposta – artistica e politica – alla necessità di abbassare la soglia geografica/reddituale/culturale di accesso agli spettacoli dell’arte contemporanea».