Secondo l’Associazione ambientalista Gruppo d’intervento Giuridico Onlus sono più di ottanta le ville e villette, spesso con piscina, alcune con eliporto, costruite su terreni agricoli affacciati sul mare della Costa Smeralda, nel comune di Arzachena (OT) sulle quali sta lavorando la Procura della Repubblica di Tempio Pausania. La nuova indagine ha già portato a una sessantina di indagati fra proprietari e tecnici.

BioEcoGeo_speculazione immobiliareCom’è noto, anche in Sardegna, in area agricola possono essere realizzate solo strutture legate concretamente all’utilizzo agricolo del suolo, come confermato autorevolmente dalla giurisprudenza penale.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania sta verificando da tempo varie situazioni nei territori dei Comuni galluresi.
Nel luglio 2015 quaranta persone, fra proprietari e tecnici, sono state rinviate a giudizio su richiesta della Procura della Repubblica tempiese con l’accusa di lottizzazione abusiva per la realizzazione di parecchie ville a Patron di Corru, località con vista sul Golfo di Cugnana, aOlbia.

In proposito, nell’agosto del 2012 ilComune di Olbia aveva dato corso alle sue competenze in tema di abusivismo edilizio (artt. 27 L e 30 L del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i., 18 della legge regionale n. 23/1985 e s.m.i.) e aveva avviato l’acquisizione al proprio patrimonio comunale delle strutture e delle relative aree interessate dalla lottizzazione ritenuta abusiva nell’area agricola (zona “E” dello strumento urbanistico comunale) di Patron di Corru, in seguito al mancato ottemperamento alla sospensione dei lavori entro il termine dei 90 giorni.

Vecchia storia: i Comuni hanno poca voglia di verificare le costruzioni in odore di abusivismo edilizio, ancor meno voglia di eseguire in via amministrativa gli ordini di demolizione contenuti nelle sentenze penali passate in giudicato.   E’ vero, spesso il personale a disposizione è scarso e ancora più scarsa è la disponibilità della Regione autonoma della Sardegna a fornire supporto professionale e materiale. Assolutamente nulla la volontà di eseguire interventi sostitutivi.
Bisogna ricordare che, però, sono proprio i Comuni il primo baluardo difensivo per l’abusivismo edilizio.

Ci ha pensato, ancora una volta, la magistratura a spingerli verso scelte virtuose, ma la strada è ancora lunga per il ripristino della legalità e dell’ambiente.