È ormai sempre più evidente che la nostra salute e il nostro benessere dipendono strettamente dal nostro rapporto con il pianeta che ci ospita, così come evidenziato da innumerevoli fonti scientifiche. Il nostro destino è strettamente connesso a quello degli ecosistemi, del clima e delle loro complicate ma cruciali relazioni ecologiche.

 

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In Humanitas, si sono chiesti quali effetti negativi può avere il cambiamento climatico per la salute già ora. In particolare se lo è chiesto la dottoressa Elena Azzolini, della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas.

Il cambiamento climatico e gli effetti sulla salute

Gli effetti diretti dei cambiamenti climatici sulla nostra salute sono ormai ben documentati e certi, e gli esempi sono molti ed eterogenei. Fenomeni quali terremoti, maremoti, uragani e incendi sono diventati più forti o numerosi a causa del cambiamento climatico: le tempeste e le alluvioni violente hanno causato e causano un numero drammatico di morti all’anno; a causa del caldo, aumenta le necessità di assistenza sanitaria delle persone più fragili, come anziani e bambini e di coloro che soffrono di malattie croniche.

Il rialzo della temperatura del pianeta provoca un aumento della mortalità cardiovascolare, respiratoria, cerebrovascolare, così come aumenta la probabilità di ricoveri per malattie coronariche.

Il cambiamento climatico, poi, ha effetti negativi sulla salute mentale, sullo stress e sulla diffusione di malattie infettive: prendiamo ad esempio la malaria, che negli ultimi anni si è diffusa perché sono aumentate le zone in cui la zanzara vettore può vivere e dunque infettare l’uomo.

Critici anche gli effetti del clima sull’alimentazione: caldo significa siccità, che obbliga popolazioni intere a spostarsi per sopravvivere. Di conseguenza, in diverse parti del mondo il cambiamento climatico provoca malnutrizione oltre a ripercussioni sull’agricoltura e sulla resa di alcune coltivazioni.

È molto importante capire che questa problematica riguarda tutti noi: sarebbe più facile pensare di essere lontani dai rischi e dalle zone pericolose, ma ormai sappiamo che non è così. Dobbiamo tutti fare la nostra parte, ad esempio evitando gli sprechi, favorendo le energie rinnovabili e una mobilità sostenibile, adottando comportamenti sicuri in caso di ondate di calore, per proteggere noi stessi e gli altri.