Chiudere una finestra? Abbassare il termostato? Spegnere la luce in salotto? Sono gesti minimi, ma ogni giorno milioni di famiglie italiane li dimenticano. Piccole disattenzioni, quasi automatiche, che hanno un costo reale: lo si legge in bolletta, a fine mese, quando la somma degli sprechi si presenta senza chiedere il permesso.
Il problema è culturale prima che tecnico. Pensiamo di spendere solo quando accendiamo un elettrodomestico, ma in realtà molto del denaro che va via è legato all’inerzia: termosifoni accesi dove non servono, luci dimenticate in stanze vuote, acqua calda lasciata scorrere a lungo.
Prima di parlare di soluzioni, però, conviene partire da una domanda semplice: quanto ci costa, esattamente, la nostra pigrizia? In questo articolo lo scopriamo, con dati aggiornati, esempi concreti e suggerimenti pratici
Sprechi di gas: termosifoni, docce lunghe e comfort… eccessivo
Nel bilancio energetico di una casa, il gas è il re silenzioso. Non si vede, ma si fa sentire in bolletta. Serve per scaldare, per produrre acqua calda e spesso anche per cucinare. Il problema? Lo usiamo spesso senza pensarci.
Il primo spreco è il riscaldamento. Aumentare di 1°C la temperatura media interna significa un +7% circa sui consumi. In una casa da 100 mq, questo si traduce in fino a 150 euro l’anno solo per non aver abbassato di un paio di gradi il termostato.
A peggiorare la situazione ci sono i classici errori: termosifoni accesi in stanze vuote, finestre aperte con il riscaldamento attivo, caldaie poco efficienti o mai revisionate.
Poi c’è l’acqua calda. Una doccia da 10 minuti con miscelatore impostato su acqua molto calda può consumare oltre 0,4 Smc di gas, pari a quasi 45 centesimi. Se moltiplichiamo per 4 persone, tutti i giorni dell’anno, il risultato è oltre 650 Smc, una cifra che può superare 700 euro annui se non si presta attenzione. Ridurre i tempi, regolare la temperatura, installare riduttori di flusso: sono soluzioni semplici, ma spesso ignorate.
Luce: standby, illuminazione e cattive abitudini quotidiane
Anche la corrente elettrica ha i suoi sprechi cronici, spesso invisibili ma quantificabili. Secondo ARERA, il consumo medio di una famiglia italiana è attorno ai 2.000 kWh l’anno. Ma almeno il 15% di questi consumi è evitabile.
Un classico esempio? Lasciare in standby TV, router, console e altri dispositivi h24. Ogni apparecchio consuma tra 1 e 3 watt/ora anche da spento. A fine anno, un impianto domestico con 5-6 dispositivi costantemente attivi può arrivare a usare fino a 100 kWh, cioè circa 30 euro. E se ci aggiungiamo l’illuminazione non ottimizzata, con stanze illuminate senza motivo, saliamo facilmente a 50-60 euro in più.
Altro aspetto critico è l’uso degli elettrodomestici nelle fasce orarie più costose. Chi ha un contratto biorario e usa forno, lavastoviglie o lavatrice nelle ore di punta paga di più senza accorgersene. Utilizzare questi apparecchi la sera o nei weekend (fasce F2-F3) può portare a un risparmio del 20% circa sulla quota energia.
L’acqua: invisibile ma carissima, soprattutto calda
L’acqua in sé ha un costo relativamente contenuto, ma è l’uso combinato con gas ed elettricità che la rende costosa. E gli sprechi sono molti. Una lavastoviglie avviata mezza vuota, una lavatrice accesa per pochi capi, una doccia da 20 minuti per “rilassarsi”. Tutto questo incide.
Per esempio, una doccia lunga 15 minuti consuma oltre 100 litri d’acqua calda, con un fabbisogno energetico che, se fornito da una caldaia a gas, supera 0,5 Smc per utilizzo. In un anno, anche solo 5 minuti in più per doccia possono costare fino a 100 euro extra. Le perdite dai rubinetti sono un’altra voce ignorata: un gocciolamento costante può sprecare più di 5.000 litri d’acqua l’anno, con costi inutili in bolletta idrica e, se l’acqua è calda, anche nella bolletta gas.
Il conto?
Sprecare energia non è solo poco sostenibile: è economicamente svantaggioso. In un anno, una famiglia media può spendere fino a 600 euro in più per colpa di disattenzioni quotidiane. E spesso senza accorgersene.
La soluzione non è vivere al freddo o al buio, ma diventare più consapevoli: usare l’energia solo dove serve, evitare gli sprechi, ottimizzare gli orari, controllare i flussi. E, quando possibile, scegliere fornitori più convenienti, confrontando ad esempio le offerte gas su facile.it, in modo da trovare quella più adatta in base alle abitudini di consumo e alla zona in cui si vive.
In fondo, ogni bolletta è una somma di scelte quotidiane. Meglio che siano intelligenti.