C’è una Tav in Italia di cui nessuno parla. Ma che ha allarmato perfino l’Unesco che ha scritto al Sindaco Dario Nardella.

Studi e perizie dell’Università di Firenze dimostrano che un altro percorso è possibile, ma si insiste nell’idea originaria, che peraltro non ha mai ricevuto la valutazione di impatto ambientale.
E intanto le case dei fiorentini, da quando sono iniziati i lavori, stanno cadendo a pezzi. Come quella del Sig. Rocco Alvino che, superati i 75 anni, ha perso la sua tranquillità a causa dell’arrivo della TAV nel 2008.
«Ci dissero che non sarebbe cambiato nulla, che avrebbero monitorato. Ma prima abbiamo dovuto convivere con il rumore fortissimo, costante, fastidioso di escavatori, talpe e ruspe, poi con le crepe nei muri, iniziate prima del 2009, con quelli che loro avevano definito lavori propedeutici». “Loro” sono i tecnici incaricati dalla Nodavia, l’impresa costruttrice del tratto Tav toscano che prevede un tunnel che attraverserà la città sottoterra e sarà funzionale a far recuperare ai treni dell’Alta velocità della tratta Roma Milano, la Tav più redditizia, “ben” cinque minuti sui tempi di percorrenza.

L’intero articolo è sul nuovo numero di BioEcoGeo in edicola, tramite APP (IOS e Android) o in abbonamento.