Si può immaginare una società diversa, un’economia diversa, dove non siano più tollerate disuguaglianze, ingiustizie e distruzioni? È possibile uscire da una logica di mercato che genera frustrazione, disfacimento, squilibrio sociale?
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Alla ricerca di un senso”, titolo originario “A Quest for meaning”, è un film documentario  che racconta del viaggio di Nathanael Coste, geografo che ha realizzato già diversi documentari sull’ambiente e si è occupato tra l’altro dei problemi della distribuzione dell’acqua in India, e Marc de la Ménardière, 26 anni francese, che vive a New York, guru del marketing, con un lavoro prestigioso per una grande azienda francese, che lo mette a contatto quotidianamente col glamour e le celebrità (in pratica, si tratta di vendere l’acqua d’Oltralpe agli americani). È un viaggio in cui i due protagonisti girano il mondo, ascoltano agronomi e filosofi, economisti e sociologi che al mercato globale presentano alternative concrete, basate su competenza, conoscenza, saggezza. Alla ricerca di un buon senso, appunto. Alla ricerca di una nuova visione del mondo.

Nathanael e Marc  sono amici d’infanzia, ma hanno seguito percorsi di vita differenti. A dieci anni di distanza dal loro ultimo incontro si rivedono e decidono di partire, armati soltanto di una piccola telecamera e di un microfono, per un giro del mondo alla scoperta di stili di vita alternativi e di una visione della contemporaneità che non sia quella imposta dal consumismo occidentale, rassicurante ma ingannevole. Ne esce un film semplice, ma con un messaggio potente, reso ancora più vero dall’ingenuità dell protagonista  del video, Marc, il quale, prima di farsi coinvolgere in quest’avventura, non aveva mai messo in discussione il proprio modo di vivere e di lavorare e non aveva mai visto un solo reportage sull’argomento. Adesso, diventa il protagonista di un viaggio-racconto delle tante esperienze sparse per il mondo di persone che vanno controcorrente, o, almeno, contro la sua corrente: c’è Vandana Shiva, che racconta la sua disobbedienza gandhiana in fatto di sementi; o Pierre Rabhi, precursore della decrescita felice e padre dell’agroecologia con la sua idea di tornare ad un’agricoltura di piccola scala per sovvertire un sistema basato sul denaro; ancora  c’è il viaggio in Chiapas, dove i due protagonisti fanno l’esperienza della sauna purificante di tradizione indigena, fino al ritorno negli Stati Uniti, ma stavolta ad un’altra America, quella dei giardinieri urbani e di chi è tornato a riconoscersi come inquilino di un pianeta anziché suo dominatore.

Il messaggio
“Alla ricerca di un senso” è un film in cui gli autori ci invitano a condividere il loro modo di rimettersi in discussione, portando ad interrogarci sulla nostra visione del mondo. È molto significativo e importante che a porsi domande sul senso della vita e sullo scollamento tra l’uomo e la terra che gli dà i mezzi di sostentamento ma che lui spesso neanche vede, costretto com’è per tutta la vita a vivere dentro scatole, siano ragazzi di meno di 30 anni. Non si tratta di ragazzi alla ricerca di un loro senso personale, della propria vita fatta di indecisione e scelte ancora non prese, anzi parliamo di due giovani, soprattutto il protagonista Marc,  già perfettamente dentro la vita patinata di chi ha un ottimo lavoro, che sono parte integrante del sistema fatto di denaro e consumismo a cui vogliono trovare spinte e scelte alternative. E allora due esponenti delle nuove generazioni, spesso bollate come fannullone e senza futuro, che hanno avuto in eredità un mondo distrutto e depredato dall’ingordigia delle multinazionali, un mondo in cui in pochissimi possiedono un’incredibile ricchezza a fronte di milioni di poveri totali, provano a fare quello che i loro genitori non sono stati in grado di ottenere per loro: rendere il mondo un luogo migliore di come lo hanno trovato, intento di scoutiana memoria. Gli spunti di questo documentario sono molto interessanti, anche se spesso solo accennati come fossero slogan, un taglio che può essere dirompente se proposto a persone che non hanno già una coscienza in questo senso, ma sono al primo approccio alla questione. Tant’è vero che alcune conclusioni possono sembrare addirittura ovvie e scontate per chi è già sensibile a questi problemi, ma è bello come arrivino tutte da persone che si trovano in diverse parti di mondo, fanno i lavori più disparati e hanno identità differenti, ma tutte sulla stessa lunghezza d’onda:  dall’astrofisico allo sciamano, dai coltivatori di agroecologia al filosofo, dal biologo alla psicoterapeuta. Tutti concordano sul fatto che un vecchio modello sta morendo e che non si debba rianimarlo, piuttosto pensare a nuovi stili di vita che partano soprattutto dal recupero della conoscenza della terra e dei vecchi metodi di coltivazione.

Film on demand
“Alla ricerca di un senso” è un documentario  prodotto da Kamea Meah ed è stato realizzato anche grazie al crowdfunding. È stato co-prodotto da 963 finanziatori dal basso che lo hanno sostenuto dando fiducia al progetto. Il film, che ha già all’attivo numerosi riconoscimenti, è sostenuto dall’Associazione Colibrì che lo diffonde attivamente nel contesto della sua campagna civica: “Une (R)évolution intérieure”. Distribuito in Italia da Cineama, può essere visto on demand nel vero senso della parola: è a disposizione, cioè, di qualunque associazione, scuola o gruppo di cittadini che ne faccia richiesta, un’ulteriore singolarità. Non si tratta, infatti, di un classico documentario pensato, scritto, prodotto e distribuito, ma di un film nato dalle spontanee esigenze degli autori e donato a chi ha voglia di conoscere storie di vita capaci di rimettere in discussione tutto il senso dato alla nostra vita di tutti i giorni.