Biossido di azoto: valori fuori legge a Roma

Sono stati resi noti i risultati del monitoraggio dell’aria che ha visto coinvolti oltre 500 cittadine e cittadini della Città metropolitana di Roma lo scorso febbraio.

L’attività di citizen science Salviamo l’aria: NO2, No grazie!, realizzata dall’Associazione Cittadini per l’Aria, ha visto coinvolta per la terza volta dal 2018 la città di Roma.
La mappa dei punti di monitoraggio scelti dalle persone,  vicino a casa, a scuola, al lavoro, è stata integrata da quelli selezionati dai ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia del Lazio per la calibrazione con le centraline di ARPA Lazio; a partire da questi dati puntuali, e grazie all’elaborazione dei ricercatori, sono state stimate le concentrazioni medie annue di ciascun punto e, nei prossimi mesi, sarà possibile sviluppare mappe che aiuteranno a studiare ancora più nel dettaglio come si disperde il biossido d’azoto.

A partecipare alla campagna, non solo cittadini e associazioni ma anche aziende che hanno a cuore l’ambiente. «Vorrei fare ancora una volta i complimenti a Cittadini per l’Aria – commenta Mauro Ferrari, Managing Director di wpd Italia, società che opera nel settore delle rinnovabili ed ha aderito alla  campagna NO2 No grazie! – per questa iniziativa di citizen science. wpd Italia ha partecipato con piacere alla campagna consapevole della necessità di sensibilizzare i cittadini, specialmente in una città come Roma, sulla qualità dell’aria intorno ai luoghi di lavoro e alle case e in più in generale della città».

I dati rilevati a Roma 

La media mensile della città, per il monitoraggio del 2023, è stata di 42,69 μg/m³ rispetto ai 40 μg/m³ del 2020.
I limiti previsti dalla legge italiana sono 40 μg/m³, ben più alti di quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevede un limite massimo di 10 μg/m³ oltre il quale si iniziano ad avere impatti sulla salute umana.

A Roma, tra febbraio e marzo 2023, i campionatori hanno misurato concentrazioni di biossido di azoto superiori alla soglia annuale di 10 μg/m³ .
Sempre su base mensile, il 56% dei campionatori ha superato i 40 μg/m³, il 24% supera i 50 μg/m³ e l’8%, infine, supera addirittura i 60 μg/m³.

Nella mappa colpiscono i dati del centro, con picchi pari a oltre 83 μg/m³, quelli dei punti monitorati in strade che dovrebbero essere a traffico limitato – ma che nella realtà non lo sono – di Piazza Venezia (52.7 μg/m³) e via del Teatro Marcello (65.6 μg/m³) proprio sotto al Campidoglio.   

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Aree verdi: elemento di mitigazione

Un ulteriore elemento che attira l’attenzione guardando le mappe pubblicate sul sito dell’associazione è che, nonostante Roma sia dotata di grandi parchi, in alcune aree della città il verde è ancora insufficiente. 

Fra i pochissimi punti di campionamento colorati di verde (inferiori cioè al limite di legge previsto per il biossido di azoto) i valori più contenuti rilevati sono proprio nelle grandi aree verdi: agli Orti urbani Tre Fontane (25.8 μg/m³), in zona Villa Ada (26.9 μg/m³), a conferma del fatto che, oltre al ruolo fondamentale di contrasto delle isole di calore e di promozione della salute dei cittadini, le aree verdi risultano un’infrastruttura fondamentale nel mitigare l’inquinamento urbano.
Il traffico, d’altra parte, incide anche sulle aree verdi. Infatti, le concentrazioni rilevate dai campionatori posizionati nel centro di un’area verde – e quindi distanti dalle auto – sono molto inferiori a quelle dei punti di campionamento all’interno dello stesso parco ma vicino alle arterie stradali. Ad esempio, nell’Orto Urbano Garbatella i cittadini avevano posizionato due campionatori, uno interno e uno ancora interno al parco ma più vicino alla Via Cristoforo Colombo: mentre il primo ha una concentrazione di 37.6 μg/m³, il secondo ne ha registrata una ben maggiore, pari a 44.1μg/m³. L’impatto delle emissioni del traffico si evidenzia ancor di più dalle concentrazioni del campionatore posizionato proprio sulla Via Cristoforo Colombo, che raggiunge il valore di 66.7 μg/m³.

Si conferma quindi quanto sia fondamentale nelle nostre città la presenza, la cura e lo sviluppo di infrastrutture ambientali e parchi di dimensioni importanti

I dati raccolti nella Città Metropolitana di Roma hanno permesso non solo di dare un colore all’aria che respiriamo, ma anche di dare prova della volontà di cambiamento da parte delle persone, della volontà di salvaguardare la propria salute e quella delle generazioni future.