“Di settimana in settimana, il problema della siccità si rende sempre più protagonista di fatti di cronaca che ci pongono dinanzi all’impotenza del genere umano e – per una sorta di contrappasso – alla forza di una natura che si ribella, a cambiamenti climatici repentini, a quadri ambientali realmente problematici che troppo spesso, nell’opinione pubblica, passano in secondo piano rispetto ad altre questioni di minore importanza.

Basti pensare che, nel mese di gennaio 2023, in Italia sono stati registrati appena 24 millimetri di precipitazioni, rispetto ai 63 attesi. Un dato a dir poco drammatico, confermato dall’Osservatorio europeo sulla siccità, progetto che fa capo al Joint research center dell’Unione Europea. Non a caso, lo stivale risulta essere tra i Paesi europei che presentano una situazione più critica”. È quanto afferma la Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, Organismo di rappresentanza istituzionale delle categorie professionali dei Chimici e dei Fisici.

Il piano idrico nazionale straordinario

“Come riportato anche dalla stampa nazionale, il Governo ha dato il via ad una serie di misure volte ad affrontare la crisi idrica innescata dalla siccità. Tra queste, la nomina di un commissario che definisca un piano idrico nazionale straordinario e programmi interventi che permettano di mitigare gli effetti della scarsità di acqua.

In questo scenario la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1992, assume tutt’altra valenza rispetto al passato, oltre che un carattere di assoluta urgenza.

Accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria è l’obiettivo cardine di questa Giornata mondiale dell’acqua 2023 e – per raggiungere questo risultato – le parole chiave sono competenza e responsabilità.

In questo contesto e nel dare applicazione a PNRR nelle missioni specifiche delle tematiche ambientali e a tutela della salute, come Federazione Nazionale dei Chimici e dei Fisici, ci siamo e ci saremo. Sentiamo infatti, più forte che mai, l’obbligo morale di sensibilizzare la società verso una tematica di vitale importanza come questa, consapevoli che tutto ciò che faremo oggi per la tutela delle risorse naturali – ed in particolare dell’acqua – lo stiamo facendo per le generazioni future. Il fulcro è la creazione di una nuova cultura, che sia incentrata su comportamenti responsabili, rispettosi degli equilibri naturali, coscienti che le risorse non sono illimitate, ma vanno gestite con cura, e che la conoscenza di questo bene essenziale porti alla profonda consapevolezza del suo valore.

Abbiamo alcuni strumenti disponibili come lo sviluppo sostenibile, altri sono in corso di realizzazione, come il progetto proposto da ISPRA, il cui obiettivo è quello di creare una infrastruttura in grado di collegare dati ambientali con quelli sanitari, informazioni necessarie per intervenire concretamente nella gestione delle risorse.

Una solida cultura di cooperazione e di sensibilizzazione al valore universale del diritto all’acqua è una condizione essenziale per una consapevole sostenibilità della gestione dell’acqua, risorsa essenziale per l’ambiente e per il progresso economico e sociale.

I chimici e i fisici sono dunque i promotori di una società attenta ai temi dello sviluppo, consapevole dell’interesse comune ad una gestione solidale delle risorse naturali; essi operano per costruire consenso intorno alle proposte di effettiva cooperazione e divulgazione di modelli intelligenti di gestione della risorsa.

Cultura dell’acqua è cultura dei popoli: fondamentale è il ruolo che riveste nelle religioni e nei riti sviluppati nelle diverse parti del mondo, che ha giocato per la nascita degli insediamenti umani e lo sviluppo delle civiltà, per i conflitti che ancora affliggono numerosi popoli, per le tragiche conseguenze dell’estremizzazione dei fenomeni meteorologici e degli eventi alluvionali o di siccità che compromettono la vita di milioni di persone.

Cultura dell’acqua è conoscenza di come e da dove arriva l’acqua che utilizziamo quotidianamente, a quali trattamenti viene sottoposta, come sono gestiti a livello locale i servizi di approvvigionamento e depurazione. Associare a questa conoscenza un’accorta coscienza dei piccoli gesti quotidiani può condurre ad un’attenta sensatezza nell’assunzione delle scelte che condizioneranno il mondo di domani.

Cultura dell’acqua è condivisione di informazioni, pareri, esigenze, valori, opzioni di soluzione e risorse; è valorizzazione delle conoscenze da mettere a disposizione delle nuove generazioni, affinché possano trovare un equilibrio tra il mantenimento di un integro patrimonio ambientale e le esigenze dello sviluppo economico sociale. Questa è la vera sfida del nostro millennio”.