Arrivano risultati molto promettenti del piano di miglioramento dal leader italiano in ambito fotovoltaico. Dieci iniziative lanciate che raggiungono incrementi di produttività del 2% annuo.
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C’è un limite per aumentare la produttività degli impianti fotovoltaici intervenendo sulla performance operativa e gestionale? Per la direzione Operations di RTR, la risposta è chiara: lo sviluppo tecnologico e le innovazioni sui sistemi integrati spingono i limiti sempre più in alto. L’obiettivo è di non perdere nemmeno un raggio di sole.
RTR opera oggi 132 impianti omogeneamente distribuiti in tutta la penisola, risultato che lo porta ad essere leader della generazione distribuita in Italia. Per migliorare la performance dei suoi 332MW, RTR ha deciso nel 2016 di lanciare un grande programma d’investimenti destinati al miglioramento della performance di ogni singolo impianto. Una decisione che sta già dando i suoi frutti con i primi interventi realizzati e operativi, mostrando cosi il potenziale di aumento dell’energia prodotta, combinando investimenti innovativi con eccellenza operativa.
RTR_Matteo_Riccieri«Stiamo costantemente analizzando le nuove opportunità di miglioramento dei nostri impianti. Su questa base elaboriamo un merit order degli interventi più promettenti per poi realizzarli con un capital expenditure dedicato all’innovazione tecnologica», spiega Matteo Riccieri, direttore Operations di RTR. Il piano attuale contiene dieci iniziative di miglioramento che coprono più di trenta impianti del portafoglio RTR.
I benefici operativi di ogni singola iniziativa sono misurati e confrontati con i livelli attesi. Con quest’approccio si possono individuare i miglioramenti più efficaci e anche le configurazioni di implementazione ottimali. Fatto ciò si procede all’estensione (roll-out) su tutto il portafoglio, cioè sempre quando le caratteristiche dell’impianto lo permettono.

Recentemente sono arrivati i primi risultati di un intervento che consisteva nel rifacimento del cablaggio dei moduli. Nella configurazione originale di tanti impianti i pannelli sono installati in una struttura con vari livelli dove il livello superiore era collegato al livello inferiore. In questo modo però, a causa dell’inclinazione solare all’inizio e alla fine della giornata, le file più basse erano ombreggiate da quelle più alte della stringa accanto. Con il collegamento seriale tra i moduli fotovoltaici, l’impatto negativo dell’ombreggiatura si sentiva anche sui moduli esposti al sole.
«Abbiamo valutato varie soluzioni per indirizzare questa opportunità di produzione addizionale. I nostri test hanno indicato chiaramente che creare cablature indipendenti per ogni linea di pannelli era la soluzione migliore», continua Riccieri.
«Le nuove cablature stanno fornendo risultati oltre le nostre attese. La produzione su base annuale è aumentata del 2%, con picchi di produzione addizionale che arrivano anche più in alto durante i mesi di bassa irradiazione in cui combattiamo le ombreggiature più frequenti. Siamo molto fiduciosi nel continuare l’implementazione di questa strategia di miglioramento tecnologico e operativo che credo darà ancora per tanto tempo importanti risultati per far crescere la produttività», conclude Matteo Riccieri.