Impermeabilizzazione dei suoli e eventi atmosferici sempre più devastanti rendono le acque piovane un rischio soprattutto nei centri abitati. Ma le soluzioni esistono

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Insediamenti urbani, zone industriali e artigianali, infrastrutture stradali e reti ferroviarie. La forte e continua pressione antropica sui nostri territori si traduce in uno sfruttamento del suolo che finisce per renderlo sempre più impermeabile.
Le superfici impermeabilizzate danneggiano il ciclo naturale dell’acqua, andando a ledere l’equilibrio fra precipitazione, evaporazione, alimentazione della falda acquifera e deflusso superficiale.
Su queste superfici, infatti, le precipitazioni defluiscono quasi per intero e si raccolgono nelle canalizzazioni, mentre l’evaporazione e l’alimentazione della falda vengono fortemente limitate. Tutto ciò causa eventi di piena molto più gravosi rispetto a ciò che accade in territori meno urbanizzati.
Se all’impermeabilizzazione dei suoli, aggiungiamo le conseguenze del cambiamento climatico che hanno portato molti paesi, fra cui l’Italia, a essere sempre più soggetti a eventi atmosferici estremi, è facile immaginare che una delle maggiori emergenze a cui dovremo fare fronte nei prossimi anni sarà proprio quella della gestione delle acque derivanti da piogge, neve, grandine, rugiada e brina.

Ecco cosa sono le acque meteoriche ed ecco di cosa si occupa Cap, gruppo gestore del Servizio Idrico Integrato della Città Metropolitana di Milano e di alcuni comuni delle province di Monza-Brianza, Pavia, Varese e Como.

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