Oltre la green economy. Include sostenibilità, giustizia sociale e crescita. Ecco come dovremo rivoluzionare produzione e consumi nei prossimi anni. Di Emanuele Bompan

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Nel 2020 oltre 82 miliardi di tonnellate di nuova materia entreranno nel ciclo economico. Metalli, materia organica, fonti fossili. Risorse che, naturalmente, non sono distribuite egualmente tra Stati e che quindi sono contese, vista la crescente domanda di materia risultante dalla crescita demografica globale (9 miliardi nel 2050).

Ci sarà materia per tutti? La risposta è no: il pianeta ha risorse finite. Per questo è giunto il momento di trasformare radicalmente i processi produttivi e di consumo. Il modello lineare industriale produci-consuma-butta è al capolinea.

Il nuovo modello si chiama economia circolare. Il suo scopo è triplice: azzerare il rifiuto, riscoprendo i giacimenti di materia scartata come fonte di materia, limitando quanto possibile il processamento; porre fine allo spreco d’uso del prodotto (unused value); fermare la morte prematura di oggetti e materia. Con l’obiettivo di aiutare l’ambiente, creare valore e occupazione, ridurre l’inquinamento da rifiuto e favorire l’uso di energie rinnovabili (le emissioni sono una forma di “immondizia”!).

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