Le trattative sono state lunghe, ma la posta in gioco era alta. A Vienna è stato definito il futuro del programma nucleare iraniano attraverso un accordo storico tra Teheran e le potenze mondiali.
Secondo Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, «Si apre un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali e questo accordo è un segnale di speranza lanciato al mondo». Altrettanto fiducioso è il presidente americano Barack Obama che sottolinea che l’accordo permetterà alla comunità internazionale di verificare che l’Iran non sviluppi l’arma atomica. «Teheran – afferma il presidente americano – sarà privata del 98% delle sue attuali riserve di uranio arricchito. È un accordo che non si basa sulla fiducia ma sulla verifica. Se l’Iran violerà l’accordo tutte le sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie conseguenze».
Il trattato sarà a breve oggetto di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e necessiterà della ratifica da parte del Congresso degli Stati Uniti e del Majlis, l’assemblea legislativa iraniana.
Ma cosa significa il trattato per Teheran ?
Ciò a cui Teheran aspirava maggiormente e che ha ottenuto è la revoca delle sanzioni internazionali. In cambio di significative riduzioni alla portata del suo programma nucleare, che verrà sottoposto a ispezioni per accertare il rispetto degli impegni da parte della Repubblica Islamica. L’agenzia iraniana Irna sintetizza così il trattato: «Le sanzioni economiche adottate da Usa e Ue saranno rimosse con l’entrata in vigore dell’accordo. In particolare quelle imposte alla Banca Centrale iraniana, alla compagnia petrolifera nazionale, alle compagnie aeree e di navigazione e a molte altre istituzioni e persone. Torneranno disponibili asset iraniani per centinaia di miliardi di dollari congelati all’estero, oltre alla possibilità di acquistare tecnologia e macchinari utilizzabili anche per scopi militari, che l’Iran potrà acquisire attraverso il benestare di una commissione congiunta composta da Iran e 5+1. Sarà possibile riprendere la cooperazione economica con l’Iran in ogni campo, inclusi gli investimenti in petrolio e gas. Nuove misure sostituiranno l’embargo sulle armi: l’Iran potrà importare o esportare armi caso per caso e queste restrizioni dureranno solo cinque anni».
Solo grande insoddisfazione e rabbia, nonostante le rassicurazioni di Obama e del segretario di Stato John Kerry, per il premier israeliano Benjamin Netanyahu che definisce l’accordo sul programma nucleare iraniano «Un errore di proporzioni storiche». Una fonte ufficiale israeliana paragona il trattato in arrivo a una “licenza di uccidere” garantita a Teheran.
Il ministro degli Esteri Tzipi Hotovely assicura che Israele impiegherà ogni mezzo diplomatico per impedire la conferma dell’accordo che segna la “resa dell’Occidente all’asse del male guidato dall’Iran”. «Le implicazioni dell’accordo nell’immediato futuro sono molto gravi – aggiunge Hotovely nel suo comunicato, citato sul sito Times of Israel – l’Iran continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche in tutte le direzioni, continuerà a infiammare il Medio Oriente e, quel che è ancora peggio, farà un gran passo per diventare uno Stato sulla soglia del nucleare».